Napoli, due arresti per la sparatoria contro la caserma dei carabinieri

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Si sono costituiti i due presunti autori degli spari contro la caserma Pastrengo, avvenuti la notte tra sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo, come rappresaglia per l’uccisione del quindicenne Ugo Russo.

Hanno 22 e 23 anni Vincenzo Sammarco e Giovanni Grasso, entrambi residenti nei Quartieri Spagnoli. Uno di loro è il cugino del giovane rapinatore ucciso, in via Orsini a Napoli, dopo aver tentato di rapinare il rolex ad un carabiniere di 23 anni, fuori dal servizio in quel momento.

Erano i primi giorni in cui anche a Napoli si cominciava a percepire i pericoli derivanti dal contagio da coronavirus.

Poco prima dell’1, Ugo Russo, in compagnia di un complice di 17 anni, poi arrestato e affidato dal tribunale a una comunità di recupero, prova a rapinare con una pistola finta il conducente di una Mercedes con il rolex al polso.

Ma quell’automobilista è un carabiniere fuori dal servizio e con se, ha una pistola vera.

Ugo Russo resta a terra, inutile la corsa dell’autoambulanza all’ospedale Pellegrini che verrà devastato poco dopo da un’orda di parenti e amici del ragazzo.

La rabbia per la morte del giovane viene sfoga sul personale sanitario e sugli arredi interni del pronto soccorso.

Passano pochi minuti e ignoti sparano contro la caserma che ospita il comando provinciale dei carabinieri di Napoli.

Pochi giorni dopo una manifestazione di solidarietà non tanto partecipata, ma a cui era presente il padre del ragazzo ucciso dal carabiniere, si è svolta davanti la Pastrengo.

Dopo più di una settimana, i presunti autori si sono costituiti ai carabinieri. Ora sono in stato di fermo con l’accusa di porto d’armi con l’aggravante mafiosa.