Napoli, sbarcano 465 rifugiati: c'è anche il cadavere di una donna incinta

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Ha attraccato poco prima delle 8 di ieri mattina al molo 21 del porto di Napoli, la motovedetta Bruno Gregoretti. A bordo 465 rifugiati, provenienti dal centro africa, dal maghreb, dall’afghanistan e dal bangladesh. E anche il cadavere di una ragazza di 25 anni incinta.
Tanti, almeno 98, i minori non accompagnati, tra i 15 e i 17 anni. Ragazzi e ragazze senza genitori che il Comune di Napoli ospiterà per alcuni giorni al centro Polifunzionale S. Francesco a Marechiaro e in comunità convenzionate tra Napoli e l’area metropolitana grazie alla Rete di solidarietà e di accoglienza creata da Palazzo San Giacomo.
Il comandante dell’unità operativa tutela minori della polizia municipale di napoli, Sabina Pagnano, ha sottolineato.
Ad accogliere i rifugiati il vicesindaco Raffaele Del Giudice e il prefetto Gerarda Pantalone
10 gazebi della protezione civile e 2 reti mimetiche dell’esercito, In campo mille persone, tra cui molti volontari e mediatori culturali.
Una squadra di 10 medici dell’Asl e del Cotugno, specialisti in tutte le patologie, sono saliti a bordo e hanno visitato i migranti, a una decina di ragazzi è stata consegnata la tuta bianca, per sospetti casi di scabbia.
Dopo le operazioni di identificazione i 465 sono stati accompagnati nei gazebo per essere rifocillati e vestiti. Quasi tutti sono arrivati scalzi o con buste di plastica ai piedi. Indossavano jeans logori e magliette di fortuna.
La protezione civile ha fornito 600 paia di ciabatte e 600 tute. Ad alcuni hanno consegnato giubbotti e coperte, perchè erano infreddoliti. A piccoli gruppi di trenta quindi i migranti sono stati accompagnati con i pullman in Questura per l’identificazione. I centri organizzati per l’accoglienza a Napoli non hanno mai accolto i minori migranti, e hanno quindi fatto un appello. Occorrono abiti, scarpe, pigiami, biancheria intima e materiale di igiene da portare direttamente al centro a Marechiaro.