Continua il trend positivo del turismo a Napoli. Per Natale e in vista del Capodanno i numeri collocano il capoluogo campano al secondo posto in Italia, dietro Milano. I proprietari dei bed and breakfast fanno affari d’oro, così come gli alberghi del centro cittadino. Un mare di persone invade i decumani da settimana, quasi impossibile camminare già dal mattino a San Gregorio Armeno. Un risultato importante per una città che comunque vive di luci e ombre. Come l’affanno con il quale si riesce a smaltire la raccolta dei rifiuti in alcuni quartieri, specialmente quello collinare del Vomero. Da segnalare in questo senso l’iniziativa dei titolari dei baretti di Chiaja che si sono autotassati per provvedere alle polizie della strada posto brindisi della vigilia di Natale.
In cattedrale, nel giorno di Natale, la consueta messa officiata dall’Arcivescovo, il Cardinale Crescenzio Sepe. Un momento importante di riflessione e di fede, nel contesto di una festa che tende a scivolare verso il vuoto del consumismo.
“Guardiamo il presepe e, in particolare, il presepe napoletano – ha detto il presule dall’altare -: tutta la vita di una comunità ha per centro la grotta di Betlemme. Presepe non significa una casa bella, luminosa, pulita; presepe significa stalla e, quindi, mangiatoia, paglia, letame, animali”. “Gesù, il Verbo, il Dio vero e onnipotente, è nato in una stalla! – ha aggiunto il Cardinale Sepe – Che mistero di amore e di umiltà: sembra quasi incredibile alla nostra mente abituati a tutt’altri ragionamenti! Il presepe che avete fatto nelle vostre case è il presepe del vostro buon cuore, bello e luminoso. Ma ditemi: tra i personaggi del presepe chi è il più piccolo? La risposta è facile: è Gesù! E il personaggio più grande? Sempre Gesù!Sì, è proprio così: Gesù è il più piccolo e il più grande; è piccolo e fragile come tutti i bambini, ma è grande perché è Dio onnipotente che si è fatto uomo, ma è sempre Dio. È ciò che ci ha annunziato Giovanni all’inizio del suo Vangelo”.