Nola, Di Maio visita l’operaio licenziato dalla Fiat che minacciava di darsi fuoco

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La Corte di Cassazione ha annullato il reintegro di cinque operai dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco, accogliendo il ricorso dell’azienda contro la decisione della Corte d’Appello di Napoli che a settembre del 2016 aveva invece disposto il rientro delle tute blu in fabbrica. Uno dei cinque operai, Mimmo Mignano, alla notizia ha cercato di darsi fuoco davanti casa a Pomigliano d’arco del ministro del Lavoro e vice presidente del consiglio, Luigi di Maio, che nella serata di ieri si è recato in visita all’ospedale di Nola dove il lavoratore era stato ricoverato dopo essersi cosparso di benzina in segno di protesta.

I cinque operai inscenarono nel 2014 il finto suicidio dell’Ad Sergio Marchionne davanti allo stabilimento ex Fiat di Nola, dopo il suicidio di un’operaia cassintegrata. La protesta, satirica per i lavoratori, venne invece ritenuta offensiva dalla dirigenza Fiat che aveva disposto il licenziamento. Gli operai furono costretti a ricorrere alla Corte d’Appello che a settembre del 2016 ne aveva disposto il reintegro. La Cassazione, dopo il ricordo di Fca, con la sentenza di ieri ha dato definitivamente ragione al Lingotto sul licenziamento di Mimmo Mignano, Marco Cusano, Antonio Montella, Massimo Napolitano e Roberto Fabbricatore.