La nebbia di una notte ravennate del 1321, il demone della fossa, un asino in croce, il diavolo del rabbuffo, l’Italia che scalcia se stessa, Antonia figlia di Dante Alighieri, e una fine che non è una fine.
Sono i sette quadri e le voci di “Fedeli d’Amore”, il polittico scritto da Marco Martinelli e interpretato da Ermanna Montanari.
Le voci di questo spettacolo, in scena al Sannazaro nell’ambito del Napoli teatro Festival, sono un’unica voce che ne sa contenere innumerevoli, quella di Ermanna Montanari: aria, fuoco, suono, materia. La drammaturgia porta il segno della scrittura di Marco Martinelli, capace di intrecciare l’intimo e il politico.
Il profugo Dante, poeta fuggito dalla sua città che lo ha condannato al rogo, è ora sul letto di morte in esilio, a Ravenna, in preda a febbre malarica e aggredito da visioni e lampi dal passato, fino a ritrovare l’antica amicizia con i fedeli d’Amore.
Voce e scrittura disegnano l’opposizione allo stato delle cose che governa il mondo ancora oggi, così come lo governava nel tardo Medioevo.
Questo “polittico” per il palcoscenico arricchisce l’itinerario che, insieme a Ravenna Festival, Martinelli e Montanari e il Teatro delle Albe hanno iniziato nel 2017 con Inferno, e che proseguirà nel 2019 e 2021 con le altre due cantiche della Divina Commedia.