Ntf20, in scena “Perchè leggere i classici” e a Salerno “Ho ucciso i Beatles”

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«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire».
Sono le parole più famose dell’opera Perché leggere i classici di Italo Calvino, oggi riproposta per forza comunicativa e attualità.

Con intensità Calvino si confronta con i classici e con l’importanza che hanno nella società.
Francesco Montanari, diretto da Davide Sacco, fa sue le parole e il pathos narrativo, per entrare nel ricordo di un uomo e di un’epoca ancora vivi, come i grandi classici.
In scena con lui, per il Napoli Teatro Festival 2020, a Palazzo Reale, Guglielmo Poggi, nei panni dello scrittore.

Un viaggio che dimostra che la cultura non è mai antica, perché porterà sempre con sé il suo messaggio universale.
Lo spettacolo è interattivo e attuale, in cui il pubblico viene coinvolto nella riflessione e il testo originale dialoga con l’assistente vocale Siri, con la leggerezza tipica dell’opera calviniana.

Nell’ambito del festival in scena nel Duomo di Salerno anche “Ho ucciso i Beatles”, lo spettacolo scritto da Stefano Valanzuolo e articolato attraverso una sequenza di quadri-canzoni che scandisce le tappe della storia della band più famosa di tutti i tempi.
Nello spettacolo si immagina che in attesa di uccidere John Lennon, Mark David Chapman interpretato da Paolo Cresta, riviva, come in un flashback scandito dalla musica, la propria storia d’amore e odio con i Beatles.

Ho ucciso i Beatles ricorre l’eco di grandi classici, resi in una veste vocale e strumentale inedita, grazie all’apporto del Solis String Quartet e alla voce di Sarah Jane Morris.