Omicidio Scherillo, il Gip archivia: l’amarezza del fratello su Facebook. Non sono bastati 15 anni per dare un nome e un volto a chi uccise Dario Scherillo. Vittima innocente della camorra, ora anche vittima senza colpevole. Il Pm Vincenzo Mara ha chiesto l’archiviazione, il Gip Giovanna Cervo l’ha accolta. Respingendo l’opposizione dei familiari.
Con l’archiviazione escono dall’inchiesta i boss degli scissionisti Raffaele Amato e Cesare Pagano. Erano stati iscritti nel registro degli indagati come presunti mandanti dell’omicidio. Ma anche Davide Francescone, come presunto autista del commando di cui avrebbero fatto parte, secondo l’iniziale ricostruzione, anche due killer nel frattempo deceduti. Questi nomi li avevano indicati tre pentiti (Biagio Esposito, Carmine Cerrato e Pasquale Riccio). Ma subito dopo la decisione del tribunale ecco cosa scrive sul suo profilo Facebook Pasquale Scherillo: “Chiedevamo non condanne ma semplici domande da fare ai pentiti. Invece c’è stata l’archiviazione. Una riapertura del caso non avrebbe alleviato il dolore , la delusione, l’ amarezza il senso di vuoto… Il GIP ha applicato in modo categorico e poco umano la legge…non tenendo conto delle nostre motivazioni. Mi spaventa la freddezza e la semplicità con cui si archivia un caso che riguarda un innocente. Ho sempre fatto di tutto per Dario.. ho vissuto come se i miei occhi fossero i suoi… le mie gambe… le mie mani le sue… Non tutto dipende dalla nostra volontà. Ma questo non vuol dire che abbiamo fallito..anzi..penso che abbiano fallito la giustizia, l’umanità delle persone. Ho sacrificato molte cose della mia vita. Dopo un primo momento di smarrimento, mi rialzerò e continuerò a combattere per Dario, anzi continueremo insieme a combattere per Dario, insieme alle migliaia di persone che mi hanno sempre sostenuto. LA SUA MEMORIA NON SI ARCHIVIA”.