Ospedale “Pederzoli”, una task force di specialisti per lanciare la sfida al tumore del pancreas

Il Gruppo Oncologico Multidisciplinare ha l’obiettivo di individuare le strategie per migliorare la vita dei pazienti

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Si chiama Gom, Gruppo Oncologico Multidisciplinare, e ha l’obiettivo di trovare la migliore strategia per trattare al meglio il tumore al pancreas e in alcuni casi non operabili di renderlo candidabile alla chirurgia. A Peschiera del Garda (Verona) all’Ospedale “Pederzoli”, chirurghi, oncologi e non solo si sono riuniti in una task force multidisciplinare che grazie a questo approccio può aumentare il numero di casi operabili di tumore al pancreas. I numeri della letteratura parlano chiaro: 20-30% dei localmente avanzati.

La chirurgia non porta sempre alla guarigione e quindi alla cura del paziente, ma può arrivare dopo terapie quali la chemioterapia e la radioterapia che se somministrate come primo trattamento, possono avere un ruolo determinante nel migliorare la prognosi e recuperare il paziente alla chirurgia.

Quindi, stabilire una giusta strategia fin dall’inizio diventa determinante ai fini del risultato. Il Gom è composto, oltre che dal team chirurgico, da diversi specialisti coinvolti nella cura del paziente: oncologi, radiologi, patologi, endocrinologi e gastroenterologi, che si confrontano collegialmente sul caso di ogni singolo paziente e ha lo scopo di rendere su misura l’approccio terapeutico migliore.

Considerata una delle più difficili, la chirurgia pancreatica, fino a circa 20 anni fa, era praticata in pochi centri in Italia o da singoli chirurghi che sceglievano di specializzarsi in questa branca.

Tra questi si colloca, il professor Paolo Pederzoli che ha contribuito a fondare la chirurgia pancreatica nel nostro paese ed è considerato un pioniere di questa specialità.

Il Professor Paolo Pederzoli, è stato il promotore dell’approccio multidisciplinare e ha spinto la chirurgia pancreatica a livelli d’eccellenza. “Ci insegnò il confronto culturale come base per la soluzione dei casi e lo studio approfondito come requisito per essere gli specialisti giusti per quel singolo paziente. Questo approccio è stato poi riprodotto i tutti i gruppi dove si è venuta a maturare la nostra professionalità” ha raccontato il dottor Giovanni Butturini, responsabile Unità di Chirurgia Pancreatica dell’Ospedale Pederzoli.

Attualmente l’incidenza dell’adenocarcinoma al pancreas è di 15 malati su 100mila abitanti, oggi la quarta causa di morte per tumore in Italia. Viene stimato che entro il 2030 si porterà al secondo posto. “Si tratta di una patologia che non può essere trattata da una sola figura professionale – ha commentato il professor Paolo Pederzoli – Per questo ho ritenuto importante che fossero coinvolti più specialisti per discutere un caso clinico complesso come può essere un tumore al pancreas. L’obiettivo è quello di individuare una strategia efficace condivisa in grado di trattare al meglio una patologia molto aggressiva”.

Anche la genetica sta facendo la sua parte per riuscire a trovare una terapia adeguata per patologie come il tumore al pancreas: “Il trattamento del cancro passa anche attraverso la genetica. – ha spiegato Aldo Scarpa, direttore U.O.C. Anatomia e istologia patologica dell’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona –  Siamo in grado di leggere le alterazioni molecolari del DNA anche per quanto riguarda il cancro del pancreas  e quindi siamo in grado di distinguere dei sottogruppi . Finalmente, per quella piccola percentuale di pazienti circa il 20% in cui il cancro si dovesse ripresentare, anche dopo l’intervento chirurgico,  abbiamo delle cure specifiche. Si tratta di una novità recentissima, ci aspettiamo nel giro di un anno e mezzo, due al massimo di ottenere risultati preliminari della sottotipizzazione di questi tumori, e delle prove, quantomeno sperimentali, di risposte a farmaci diversi. Per questo stiamo immaginando di poter arrivare nelle cliniche nel giro di due anni al massimo”.

Sono stati fatti enormi passi avanti nella chirurgia pancreatica negli ultimi vent’anni e anche le tecniche di approccio si sono evolute, dalla chirurgia tradizionale si è passati alla mini-invasiva laparoscopica e poi alla robotica e infine alla visione chirurgia in 3D.  A questo proposito Peschiera del Garda (Verona) si conferma centro d’eccellenza perché trentacinque chirurghi potranno assistere al primo intervento in chirurgia open in diretta 3D, in occasione del IV Corso di chirurgia pancreatica organizzato dall’ospedale “P. Pederzoli” dal 1 al 3 ottobre.

“Per la prima volta c’è stata la possibilità di assistere ad interventi in chirurgia tradizionale, in 3D. – ha spiegato il dottor Roberto Girelli, responsabile del Centro terapie complementari del tumore al pancreas dell’Ospedale Pederzoli- Grazie all’utilizzo di una telecamera e di occhiali speciali, i partecipanti al corso avranno la possibilità non solo di avere una visione ingrandita e particolareggiata del campo operatorio, ma anche di tipo tridimensionale. Si tratta di un elemento che aggiunge grande qualità alla visione, esalta il gesto chirurgico e che darà ai partecipanti la sensazione di poter essere direttamente sul tavolo operatorio”.