Pompei continua a stupire. Nell’ambito dei lavori di consolidamento dei fronti di scavo previsti dal Grande progetto Pompei, infatti, sono emersi nuovi tesori.
Nella Regio V della città, è stato scoperto un nuovo ambiente, “la casa del giardino incantato”.
Al suo interno, ha suscitato stupore il rinvenimento di un antico larario, “una stanza senza eguali, meravigliosa ed enigmatica” come afferma lo stesso direttore del parco Massimo Osanna.
Questo spazio in origine rappresentava il luogo di culto domestico dei Lari, divinità venerate dai Romani, protettori della casa e della famiglia.
L’iconografia naturalistica contorna l’edicola sacra posta al centro della parete, ai cui lati sono predisposte le figure dei Lari. Nella parte sottostante, invece, vengono identificate figure animali; due serpenti, in segno di prosperità e buon auspicio (da “agatodemoni”: demone buono).
In questo angolo delle meraviglie, in un continuo gioco tra illusione e realtà, ci si perde tra piante dipinte e vere; qui, a completare la decorazione, un pavone dipinto che sembra calpestare il terreno sottostante.
La decorazione gioca su più piani e ritrae, esattamente in corrispondenza dell’edicola votiva in marmo, un’ara invece dipinta, ornata di uova e pigne in segno d’offerta. Ai lati, due serpenti completano la decorazione.
Un ulteriore elemento aiuta la chiave di lettura di questo maestoso dipinto; l’arula (piccolo altare) in terracotta che è ancora lì, poggiata come duemila anni fa ai piedi di quell’edicola, con i resti carbonizzati, probabilmente, di quelle stesse offerte bruciate che servivano ad onorare le divinità domestiche.
Sulla parete opposta, su fondo rosso pompeiano, compare una scena di caccia la cui raffigurazione sembra alludere simbolicamente alla vittoria del bene sul male.
Un vulcano di colori accesi, dunque, che riemerge dal grigio delle ceneri e che ancora suscita stupore e meraviglia.
“Straordinari ritrovamenti che continuano a regalare grandi emozioni, che rientrano nel più vasto intervento di manutenzione, quello della messa in sicurezza dei fronti di scavo – dichiara il Direttore Generale Massimo Osanna – che sta interessando i circa 3 km di fronti che delimitano l’area non scavata di Pompei. Un intervento fondamentale in una delle aree più a rischio del sito, mai prima trattata complessivamente e che oggi grazie all’operazione di riprofilamento dei fronti, che ha lo scopo di ridurre la pressione del terreno sulle aree già scavate, ci sta anche consentendo di portare alla luce ambienti intatti con splendide decorazioni.”