ROMA – “Chiediamo al governo un aiuto, nella forma del credito d’imposta, per agevolare la crescita dimensionale degli studi dei commercialisti, riducendo il numero degli esercenti individuali dai centomila attuali a strutture che ne abbiano almeno dieci ciascuna. L’obiettivo é arrivare a diecimila strutture di fornitura per favorire la specializzazione, una presenza piú efficace sul mercato, ed anche tariffe piú basse”. Lo ha detto il presidente dell’Unione italiana commercialisti Domenico Posca (nella foto con il viceministro Morando) nel corso del II congresso nazionale “Commercialista 2.0, innoviamo la professione, innoviamo il Paese” in corso a Roma.
“I commercialisti – ha ancora osservato Posca – per oltre 15 anni hanno costruito il database dell’Agenzia delle Entrate per vedersi oggi rivolgere un ‘grazie tante, ci pensiamo noi’: l’Agenzia delle entrate, tra fatturazione elettronica, liquidazione automatica, 730 precompilato, Unico precompilato, ha infatti letteralmente tolto il terreno sotto i pedi al lavoro classico dei commercialisti in campo fiscale che ne occupava il 90%. Pertanto oggi o si cambia o si muore”.
Posca: chiediamo al governo il credito d’imposta per aiutare la crescita professionale
Lo ha detto il presidente dell'Unione Italiana Commercialisti al congresso di Roma