Presentata in pompa magna, inaugurata in silenzio tensostruttura al Cardarelli

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Quando un mese fa gli operai cominciarono a installarla, vennero invitati all’ospedale Cardarelli, in piena ripresa di pandemia,  decine di giornalisti e telecamere sia di testate locali che nazionali e le autorità intervistate davano come imminente la sua entrata in funzione.

Del resto di una tenda di grandi dimensioni si trattava.

Oggi che è entrata in funzione la tensostruttura, annunciata all’inizio della seconda ondata come panacea per l’alleggerimento del carico di pazienti del pronto soccorso, l’opinione pubblica si dovrà accontentare di un freddo video girato con un telefonino e distribuito dall’ufficio comunicazione dell’ospedale più grande del Mezzogiorno.

Niente voci di direttori generali o responsabili della protezione civile a spiegare come mai è servito un mese per farla entrare in funzione. Nessuna intervista per spiegare perchè nessuno aveva pensato che realizzarla su un terreno in forte pendenza avrebbe creato problemi, soprattutto con l’arrivo del maltempo.

9 clip video inviate su di un cellulare e una fredda nota di accompagnamento per spiegare come da oggi fossero disponibili 16 posti letto per alleggerire il carico del pronto soccorso del cardarelli, ospedale di cui quattro padiglioni sono stati interamente convertiti a covid nell’ultimo mese.

Per il momento non è possibile mostrare immagini di pazienti assistiti sotto il tendone, realizzato nell’area prima riservata a 250 posti auto di medici e personale sanitario, perchè appunto alla stampa non è stato consentito l’ingresso.

Questo avviene in un paese dove vigono diritto di cronaca e libertà del pensiero che impongono, a chi scrive, di informare comunque sul fatto che i pazienti saranno stallati sotto il tendone per 24-36 ore, in attesa dell’esito delle analisi che daranno il loro percorso di terapia per il covid, quindi il ricovero o il trasferimento a casa con terapia domiciliare o nel covid residence. la struttura resterà a disposizione della città per eventuali catastrofi future, per ospitare malati o feriti in caso di bisogno.