A Caserta un convegno medico-scientifico con specialisti provenienti da tutta Italia che dibatteranno sulle nuove frontiere raggiunte per curare e migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da neoplasia al pancreas. Se ne parlerà venerdì 13 novembre presso l’aula magna dell’Azienda Ospedaliera “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta alla presenza di radiologi, oncologi e ricercatori.
Il Tumore del pancreas è estremamente aggressivo poiché ha un’elevata chemioresistenza ed una scarsa prognosi. La principale opzione terapeutica attualmente è la chirurgia, ma purtroppo circa l’80% dei pazienti arrivano alla diagnosi quando il tumore è inoperabile o perché localmente avanzato (40%) o perché c’è stata diffusione di malattia (40%). Ciò rende il tumore del pancreas una delle forme più difficili da curare. Data la gravità di questa patologia, la ricerca sta attivamente cercando una soluzione.
«Abbiamo sviluppato un’esperienza di oltre due anni e mezzo sul trattamento dei tumori del pancreas dichiarati “inoperabili” dalla chirurgia tradizionale – afferma Giuseppe Belfiore, radiologo interventista di fama internazionale e primario della UOC di Diagnostica per Immagini dell’Azienda Ospedaliera di Caserta – trattando i pazienti con elettroporazione irreversibile per via percutanea (IRE) associata a cicli di chemioterapia a partire dalle 24 ore dall’intervento». Una metodica innovativa che vede il prof. Belfiore e l’Azienda Ospedaliera casertana tra i pionieri ad applicarla «viene eseguita con approccio mininvasivo percutaneo, sotto guida TC, e produce l’ablazione non termica del tessuto neoplastico, senza indurre danni ai vasi peripancreatici, ai dotti biliari ed al duodeno» spiega il ricercatore casertano. L’IRE, dunque, in associazione al trattamento chemioterapico, potrebbe rappresentare un’alternativa adatta al trattamento dei tumori del pancreas localmente avanzati.
La prima parte del convegna sarà dedicata a «cosa facciamo noi» e «cosa si fa nel mondo», poi una discussione sul tema dell’IRE oggetto di una pubblicazione scientifica curata da 9 radiologi campani sul “International Journal of Surgery” e che ha dato risultati favorevoli su 22 pazienti trattati con la nuova metodica non invasiva.
«Si ottiene in primis un risultato sulla palliazione e, dunque, una migliore qualità di vita per il paziente – fa sapere Belfiore – il tumore diminuisce di dimensione e può essere così anche operato chirurgicamente, guarendo del tutto».
L’obiettivo di questo incontro di specialisti e ricercatori non è solo quello di far conoscere la nuova ed innovativa tecnica di trattamento del tumore, ma quello di attivare un bridge per poter fare operare tanti pazienti del Mezzogiorno in Campania, evitandogli il viaggio della speranza verso altri ospedali ed istituti di ricerca del settentrione.
L’Azienda Ospedaliera casertana è, inoltre, un teaching center europeo della metodica IRE e produce progetti di ricerca e assistenza medico-chirurgica d’avanguardia e, ora, va riconosciuta ed incoraggiata.