Diciotto anni di reclusione per Cipriano Chianese, imprenditore titolare dell’azienda a cui faceva capo la discarica Resit di Giugliano in Campania.
Questa la sentenza della Corte d’Appello di Napoli che ha confermato la condanna in primo grado per il reato di disastro ambientale, riducendola di due anni.
L’ex subcommissario all’emergenza rifiuti Giulio Facchi e degli imprenditori originari del Casertano, Generoso Raffaele ed Elio Roma. Il disastro della Resit, uno scempio ambientale perpetratosi nella discarica pendente tra le province di Napoli e Caserta.
Secondo quanto sostenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nella discarica Resit sarebbero state sotterrate 341 mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, a cominciare dai fanghi dell’Acna di Cengio; oltre 160mila di rifiuti speciali non pericolosi; 305mila tonnellate di rifiuti solidi urbani con sversamenti continuati fino al 2008.
Condannati anche Gaetano Cerci, imprenditore dei rifiuti ritenuto legato in affari al clan dei Casalesi, a 15 anni di reclusione. Condannato a dieci anni anche Remo Alfani, mentre sono stati assolti gli altri funzionari pubblici coinvolti nell’inchiesta.
Soddisfazione è stata espressa da Legambiente, sezione Campania, parte civile nel processo.