Pronto Soccorso nel caos, Di Mauro risponde a De Luca: “Se serve ci siamo”.
Le immagini, non nuove, dell’inferno di barelle al Cardarelli, il più grande ospedale del Sud Italia, testimoniano ancora una volta la fragilità e la crisi del sistema sanitario in Campania. Una distesa infinita di pazienti ammassati sulle barelle, senza alcun distanziamento, si associa alla lettera di 25 medici che annunciano di voler lasciare il nosocomio. Dopo 10 anni di commissariamento la Sanità campana, uscita da questo stato, è però sostanzialmente in coma. Un controsenso assoluto, se si pensa che in termini di personale prima si stava meglio. Eppure il presidente della Regione, che avoca a sé tutti i poteri, parla di un problema strutturale e annuncia a sorpresa di tutti l’idea di aprire un nuovo pronto soccorso all’ospedale Monaldi. Lo fa per sparigliare le carte, per distogliere l’attenzione? Di sicuro non lo fa sulla scorta di accordi già presi o di attività già in essere.
DI MAURO RISPONDE A DE LUCA
Il direttore generale, Maurizio Di Mauro, assorbe il colpo e offre la sua disponbilità: “Condivido la posizione del presidente De Luca rispetto che anche il Monaldi, pur essendo ospedale di terzo livello ad alta specializzazione si può pensare che entri nella rete emergenza. Cosa che in parte fa già sugli infarti”. “Nel riassetto organizzativo – spiega Di Mauro – se il Monaldi può dare un proprio contributo mettendosi a disposizione per il pronto soccorso abbiamo le condizioni per farlo. Servirà un piano esecutivo in breve tempo possibile, dobbiamo concordare con l’organismo della Regione le modalità. Io in epoca non sospetta ho sempre sostenuto che tutti gli ospedali devono concorrere all’emergenza, compresi i Policlinici universitari. E’ inimmaginabile che città come Napoli Cardarelli sia il solo punto di riferimento per l’emergenza per 4 milioni di cittadini tra Napoli e Provincia”.
L’IPOTESI POTENZIAMENTO DEL CTO
Di Mauro, però, fa notare che una delle soluzioni immediate potrebbe essere il potenziamento del pronto soccorso del cto: “Ora abbiamo un alto numero di accessi, ma riuscimao anche a dimettere l’80% in giornata”
Resta solo sulla carta, invece, il pronto soccorso della Vanvitelli, che dovrebbe solo divenire operativo, ammesso che si trovi il personale. Mentre, sullo sfondo, sembra uno scandalo che un’intera cittadella universitaria come quella del Policlinico, non possa entrare in questo ragionamento e resti sostanzialmente una grande cattedrale nel deserto.