Partendo dai famosi canovacci “Casamarciano” e intessendo un progetto drammaturgico sui materiali sonori e antropologici del mito carnevalesco campano, la compagnia ha pensato ad uno spettacolo/festa.
Partendo dalla figura della maschera acerrana e sviluppando tutte le sue genesi e le sue trasformazioni nel teatro di tradizione e in quello musicale colto, sono stati costruiti dei corto circuiti con gli stessi elementi musicali più specificamente tradizionali.
«Dalla Canzone di Zeza, attivata da un vero e proprio gruppo di tradizione popolare montemaranese, alle farse, e con l’innesto delle nostre rielaborazioni più contemporanee – scrive Mariano Bauduin – vorremmo tentare di continuare quel percorso che sta caratterizzando la nostra attività in periferia sugli elementi della tradizione, e che sono ancora presenti nel bagaglio mnemonico di noi stessi, analizzando come nella periferia Est, esista ancora tale bagaglio.
Lo spettacolo, frutto di laboratori sulle tradizioni popolari, si articola come una vera e propria festa popolare nei nostri spazi di San Giovanni a Teduccio, con il coinvolgimento degli stessi spettatori.
Il progetto è inserito nelle attività laboratoriali del “The Beggars’ Theatre – Il Teatro dei Mendicanti” che svilupperà al proprio interno tutta la realizzazione, sia scenografica che di costume. Il progetto è ulteriormente sostenuto dalla “Fondazione Banco di Napoli”».