Riaperto il caso sulla morte del piccolo Antonio Giglio, secondo l’accusa lo uccise la mamma

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Il gip del Tribunale di Napoli Pietro Carola ha disposto l’imputazione coatta sulla morte del piccolo Antonio Giglio, il bambino di quattro anni deceduto il 28 aprile del 2013, dopo essere precipitato dal settimo piano di un palazzo dello Iacp del parco verde a Caivano. Sotto accusa dunque Marianna Fabozzi, madre di Antonio Giglio, che dovrà rispondere di omicidio volontario; mentre per il compagno Raimondo Caputo, viene sostenuta l’accusa di favoreggiamento personale. Sei anni dopo la morte di Antonio Giglio, il giudice respinge la richiesta di archiviazione che era stata formulata dai pm Mozzillo e Falconi e riapre il processo a carico di due imputati.

Gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, che difendono Gennaro Giglio, padre del piccolo Antonio, hanno espresso “Soddisfazione. Se le istituzioni fossero intervenute prima , soprattutto con una bonifica ambientale e di tutela dei cittadini che purtroppo non c’è stata neanche dopo le inspiegabili morti e violenze su tanti bambini,  visto il degrado nel quale è ancora abbandonato il territorio di Caivano come tutte le altre e periferie d’Italia, nessuno avrebbe potuto uccidere la piccola Fortuna in memoria e rispetto della quale dobbiamo impegnarci per difendere tutti i bambini del mondo. Anche il piccolo Antonio Giglio è un’altra vittima innocente che almeno oggi merita giustizia”.

Insomma l’inchiesta riprende vigore anche alla luce delle dichiarazioni di una donna che sostiene di avere visto Marianna Fabozzi scaraventare il figlio giù dal balcone.