Si rinnova il ‘prodigio’ della liquefazione del sangue di San Gennaro

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Si rinnova il ‘prodigio’ della liquefazione del sangue di San Gennaro

L’ultima volta che non si sciolse il sangue nel giorno del secondo prodigio dell’anno, quello del 16 dicembre in memoria dell’eruzione del Vesuvio del 1631, pochi mesi dopo scoppiò la pandemia da coronavirus. Altro precedente, l’epidemia di colera del 1973. Ecco perché c’era molta ansia nell’attesa, tra i tanti partecipanti che hanno affollato questa mattina la cappella per lo scioglimento del sangue di San Gennaro. E il santo patrono in effetti ha tenuto un po’ sulle spine i fedeli e in particolare le sue parenti, come da tradizione in prima fila: alle 9.13 il sangue nell’ampolla era tornato allo stato liquido solo per metà. Per l’intero scioglimento si è dovuto aspettare fino al termine della messa. Poi, alle 10.05 il fazzoletto bianco sventolando tra gli applausi ha rasserenato l’umore dei presenti rinnovando il rapporto tra il santo patrono e la città. Emozionata, seduta con la fascia tricolore di fianco a monsignor Vincenzo de gregorio, abate della cappella del tesoro di san gennaro, l’assessore al Turismo del comune, Teresa Armato

Il “re che non fu” in prima fila

Nascosto ma neanche tanto tra la folla, alle spalle delle parenti di San Gennaro, Emanuele Filiberto, erede di casa Savoia. Per lui, il 16 dicembre, una prima volta