“Puntare sulla repressione dei colpevoli, su pene certe ed esemplari e sull’esclusione dei benefici penitenziari, da una parte, e sul lavoro delle donne, dall’altro, per uscire dal “tunnel” dei femminicidi e della violenza sulle donne, che continuano a funestare la nostra società”.
E’ quanto ha affermato il Segretario federale di “Sud Protagonista”, Gabriella Peluso, in conferenza stampa, oggi, a Napoli, insieme con la Responsabile nazionale “Donne” del movimento, Maria Flocco, la dirigente Carmen Pisacane, avvocato esperta in diritto di famiglia, e la Responsabile regionale di “Gioventù Nazionale” di FdI, Roberta Salerno.
“Dall’inizio dell’anno, sono 92 le vittime di femminicidio in Italia, nel nostro Paese si consuma una violenza ogni quindici minuti e c’è una sorta di assuefazione a questo fenomeno drammatico” – ha detto Peluso – per la quale “con la legge sul Codice Rosso si è cercato di avanzare nella direzione dell’inasprimento delle pene per questi reati, ma è, purtroppo, chiaro che ciò non è sufficiente per fermare la violenza sulle donne, che rappresenta violenza contro l’intera società. Occorre fare di più. Il nostro Movimento ha già presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per escludere i benefici di pena per i rei di violenza sulle donne e sui minori, occorre andare avanti nella direzione della repressione perché chi uccide o esercita violenza su una donna deve pagarla cara. L’altra questione fondamentale è quella del lavoro – ha continuato Peluso – perché, alla base delle situazioni che creano le condizioni favorevoli alle violenze sulle donne, c’è la mancanza di lavoro e di indipendenza economica delle donne. In Italia il tasso di occupazione femminile è appena del 56,2% – ha sottolineato – , nelle Regioni del Sud, la percentuale di occupazione delle donne è al di sotto del 30%. La disoccupazione, la dipendenza economica dalle figure maschili, sono tra le cause che generano violenza. Occorre, quindi, puntare su decise politiche per il lavoro che favoriscano il lavoro delle donne, dipendente, autonomo, imprenditoriale, corsie preferenziali nelle assunzioni nel pubblico impiego, come previsto per alcune categorie protette, perché è fondamentale puntare sull’indipendenza economica delle donne. Per questo – ha concluso – contiamo sul sostegno di Giorgia Meloni e del presidente del Gruppo di FdI alla Camera dei Deputati Francesco Lollobrigida per intraprendere un percorso legislativo che conduca a tali obiettivi”.
“Le vittime di femmicidio vanno equiparate alle vittime di mafia e della criminalità organizzata, in generale – ha rimarcato Flocco – , una proposta già avanzata dal pm del Tribunale di Roma, Paola Di Nicola, e che va sostenuta perché la violenza esercitata nei confronti di una donna è pari alla violenza che esercita la criminalità organizzata e lo Stato deve reagire con decisione per reprimerla e per aiutare le donne vittime di violenza o, nei casi più drammatici, i loro figli. I benefici previsti per le vittime di mafia vanno applicati anche alle donne che subiscono violenza perché il cammino per risalire il tunnel della violenza è duro e costoso e richiede il necessario supporto dello Stato, anche in termini economici”.
“Per fermare la violenza sulle donne occorre una totale svolta culturale e lo dico da avvocato abituato ad affrontare nelle Aule di Tribunale casi drammatici di violenza” – ha aggiunto Pisacane – per la quale “occorre un’azione giudiziaria determinata e pene dure ed esemplari a carico dei rei di violenza, ma anche un’azione di prevenzione e di educazione culturale al rispetto delle donne, che deve partire fin dalle scuole e soprattutto nell’ambito familiare. Sulla famiglia, infatti, bisogna agire per disinnescare quei conflitti che, troppo spesso, inducono alle violenze. In particolare, va riformato il diritto di famiglia e, particolarmente, la legge sul divorzio del 1970, che necessita di una profonda revisione, alla luce della nuova realtà sociale, per rendere meno problematiche le separazioni dei coniugi”.
“Quello della violenza sulle donne è un tema, purtroppo, più attuale che mai – ha evidenziato Salerno – per la quale “giornate di sensibilizzazione, come quella odierna, sono importantissime per provare ad entrare nelle coscienze sia di chi subisce che di chi invece è carnefice. Gioventù Nazionale non smetterà mai di chiedere che venga fatta giustizia e a battersi per la certezza della pena per chi abusa o maltratta una donna, ma soprattutto chiediamo la certezza di protezione per chi trova il coraggio di denunciare”.