Ricordare Aurelio Fierro a 15 anni dalla scomparsa è un atto dovuto. Ma è anche un esercizio che allontana seppur per pochi istanti dalle tensioni e le paure di questi giorni e ci rispedisce in un mondo fatto di allegria, sorrisi, musica e napoletanità. Figura centrale nella canzone napoletana, personaggio poliedrico (basti pensare che era laureato in ingegneria e lasciò la professione proprio per seguire la sua grande passione), a Fierro la città di Napoli ha recentemente intitolato una strada. Una delle vie che conducono in piazza Santa Maria La Nova dove alla fine degli anni 80 aprì il suo ristorante ‘A Canzuncella portando in Italia il concetto di cena-spettacolo.
Fierro oggi è stato ricordato sul web dal Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari, che ne ha fatto un bel ritratto. Oltre a ricordare che l’interprete di canzoni immortali come Scapricciatiello, Guaglione o ‘a pizza solo per citarne qualcuna, abitò per tanti anni al Vomero. Quartiere che lo aveva accolto e amato, come il resto della città. Ma tra i ricordi spicca anche quello, ad esempio, dell’impegno politico di Fierro che , ricorda Capodanno, nel 1970 fu eletto nel consiglio comunale di Napoli, portando il proprio contributo di idee e d’esperienza. Ad una sua interpellanza si deve il passaggio dal demanio dello Stato al Comune di Napoli del teatro Mercadante, al quale di recente è stato riconosciuto lo status di teatro nazionale.
Fierro che ha lasciato in eredità alla canzone napoletana figli e nipoti dotati di grande talento, i figli Fabrizio e Flavio oltre a chi oggi ne segue con successo le orme ovvero il nipote Aurelio, raggiunse la grande popolarità nel 1957 con Lazzarella, scritta da Domenico Modugno. La canzone diventò colonna sonora del film omonimo in cui Fierro recitava con Luigi De Filippo, Rina Pica e Domenico Modugno.