I 50 anni della Comunità di Sant’Egidio nel servizio agli ultimi della Terra

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Artigiani, operai della pace che lavorano nel cantiere dove il capo, l’architetto è Lui, Gesù Cristo, che da risorto mostra la strada facendo vedere ai discepoli le sue piaghe da crocifisso, invitandoci a donarci interamente per gli altri, è così che il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, ha chiamato ed esortato i cristiani della comunità di Sant’Egidio, parafrasando il vangelo di San luca su una delle apparizioni di Cristo Risorto, in occasione della messa di ringraziamento per i 50 anni della comunità, sorta a Roma nel 1968 e pochi anni dopo radicatasi a Napoli dove, sulla scia dell’identificazione che Cristo fa di se stesso nei vangeli con gli ultimi della terra, continua a farsi vicina ai poveri e ai senza fissa dimora, ai malati nel corpo e nello spirito, ai sofferenti e ai migranti.

Il cardinale Sepe, esortando alla pace tra le nazioni, ha infatti ricordato l’impegno di Sant’Egidio nella creazione di corridoi umanitari per salvare i profughi della guerra in Siria. Ascoltiamo il referente della comunità per Napoli, Antonio Mattone.