A Napoli nasce Soul City, un progetto per prendersi cura dell’anima

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“Globalizzazione, capitalizzazione, fast food, stress, inquinamento. Sono tutti elementi che hanno messo al centro della vita dell’uomo altre priorità rispetto al benessere. L’uomo ha solo l’illusione oggi di stare bene. In realtà, ha perso completamente di vista se stesso e la sua spiritualità. Non dialoga più con la sua anima”. È questa riflessione che ha spinto l’artista Monica P, a lavorare, per un anno, insieme ad Antonio Paglini, al progetto “Soul”, un luogo che racchiude in sé tutti gli elementi capaci di aiutare l’uomo a ricongiungersi con la sua anima, respirando la religione e la spiritualità delle culture giapponese, messicana, indiana, africana. Nasce così Soul City, in via Ponte di Tappia 47, un format ideato per le grandi metropoli, che da Napoli arriverà a Roma e a Milano. Ci saranno, poi, Soul Country (in campagna) e Soul See (in barca). La scelta di Paglini per lo sviluppo dell’idea non è casuale: lui è giovanissimo ed è dai ragazzi che bisogna iniziare con questo processo di sensibilizzazione.
“La vocazione di Soul City è l’informazione e la diffusione dell’importante messaggio ‘sostenibilità’ – racconta Monica P – Benessere dell’umanità e del pianeta, ricerca di vita sana e industrializzazione sostenibile, che dà finalmente spazio all’economia circolare, teorizzata sulla base del ciclo di vita naturale nel rispetto del pianeta e dei suoi cicli vitali. L’economia lineare ha condotto l’umanità a livelli insostenibili. Bisogna fermarsi, tornare un po’ indietro, nel rispetto dell’uomo e della natura”.
Soul City è composto da quattro stanze, che sono piccole installazioni artistiche, curate in tutti quei dettagli (colori, materiali, immagini, profumi, suoni e spazi) che fanno subito incontrare il visitatore con la cultura spirituale dei luoghi. Africa: è un universo a sé, in cui è molto forte il credo nella natura e la divinazione viene ricercata nella terra, nel sole e della luna. Messico: qua è molto forte il culto dei morti con “Los dias de los muertos”, vera e propria festa piena di gioia, canti e colori a celebrare una morte che è solo corporea e non spirituale. India: è l’unico territorio al mondo in cui convive pacificamente un numero enorme di religioni e qua l’uomo ha un grande valore e un grande punto di riferimento in Sathya Sai Baba, la soluzione e la salvezza in terra. Giappone: è un paese fortemente industrializzato ma originariamente molto povero; qui gli uomini lavorano in gruppo per il raggiungimento di uno scopo comune.
A queste quattro stanze si unisce uno spazio comune, Napoli (con i suoi credo, le sue leggende, il suo spirito fortemente devoto ma anche esoterico), dove ogni mese sarà accolta una mostra d’arte diversa e l’artista vivrà, per tutto il periodo, in una stanza, avendo la possibilità di interagire con i turisti. E questo è un altro obiettivo di Monica P: mettere a disposizione degli artisti, senza gallerie e musei che accolgano le loro opere, uno spazio in cui ci possa essere una sana interazione tra uomo e arte. La direzione artistica di questo spazio è affidata all’artista Marco Coda, che porterà in questo luogo la sua personale “Napul’è”, in cui simboli antichi si mescolano con il nuovo, in quel profumo di tradizione e superstizione che si respira nella cultura partenopea. Un ciottolo, un corno, legano subito la memoria a passato e presente, a folclore e cultura. Legami che Coda tiene insieme con le sue corde che legano, si fanno mani, braccia, colla. Quelle corde che sono da sempre sapientemente intrecciate, tratto distintivo e filo conduttore delle sue opere belle, fresche, nuove, eppure antiche. Una fusione tra vecchio e nuovo.
Soul City diventa anche luogo della convivialità, che non si risolve in una cena servita ma in un evento, scandito nel tempo, che sarà la possibilità ai partecipanti di vivere un’esperienza sensoriale, affidata a Grecale di Stella Orazio. E diventa anche spazio di cultura con il dialogo sui libri, tra vecchie e nuove pubblicazioni. Il senso dell’unione resta in ogni azione pensata da Monica P, che ambisce a restituire all’uomo la centralità nella sua vita e nella sua quotidianità.