sabato, Aprile 27, 2024
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Amministrative, quando il destino di Napoli resta fermo a pizza e Maradona

Non avrà tra gli scopi le riforme costituzionali del cosiddetto “patto della crostata” che nel 97 mise d’accordo D’Alema e Berlusconi, ma anche il “patto della pizza”, siglato ieri a Napoli tra il candidato sindaco Gaetano Manfredi e i vertici nazionali del Movimento cinque stelle, Giuseppe Conte in testa, avrà le sue conseguenze politiche.

Che non necessariamente significa consenso nelle urne, visto che l’arrivo in città dell’ex presidente del Consiglio è sembrato più motivato dall’esigenza di sanare le piaghe interne al suo partito che dalle esigenze mediatiche di una campagna elettorale ancora lontana dalla fine.

I napoletani saranno chiamati a votare Gaetano Manfredi e non Giuseppe Conte, protagonista nella sua giornata partenopea di una serie di bagni di folla, di berlusconiana memoria.

La tavola con le pizze al centro e l’altrettanto oleografica consegna della maglia di Maradona potrebbero non corrispondere a termometro elettorale per l’ex rettore, di dichiarata fede juventina.

Una piaga la fede calcistica per il candidato del centro sinistra, in cui ha subito girato il dito quello che viene dato come il suo principale avversario, Catello Maresca.

Il pm in aspettativa va da solo per il momento, senza il supporto dei leader dei partiti di centro destra trattati, almeno nelle dichiarazioni, come ospiti imbucati a una festa.

Li avrebbe invece voluti i partiti alle sue spalle Antonio Bassolino, che dopo la parentesi social ha ritrovato lo spirito del 93 partecipando a incontri quotidiani quartiere per quartiere per ascoltare i cittadini elettori e che per primo ha deciso di organizzare un comizio in piazza.

Resta un testa a testa tra Sergio D’Angelo e Alessandra Clemente per chi riuscirà a strappare il sostegno della base di Luigi de Magistris, sempre più divisa dopo l’annuncio della candidatura in Calabria del sindaco uscente. Alessandra Clemente continua da assessore la sua corsa verso palazzo san giacomo, mentre Sergio D’Angelo ha messo al centro del suo impegno la ricostruzione del tessuto sociale cittadino.

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