Andy Warhol è sempre più napoletano, successo per la mostra alla Pietrasanta. Il genio della Pop Art Statunitense sarà in mostra alla Basilica della Pietrasanta di Napoli dal 26 settembre al 26 febbraio 2020. Un’esposizione di oltre 150 opere che racconta uno degli artisti più influenti del XX secolo. La mostra è divisa per sezioni che vogliono sottolineare i diversi e intensi momenti della sua vita artistica.
È il 1962, quando un giovane artista-illustratore figlio di immigrati sbarca a New York inaugurando la sua prima personale, esponendo lattine Campbell’s Soup. Il suo nome da allora sarà ricordato come Andy Warhol.
Gli anni Cinquanta sono anni decisivi per lui, anni in cui gli artisti vengono spinti a confrontarsi con i nuovi fenomeni di massa e le nuove forme di comunicazione.
Da quel momento in poi il simbolo, l’oggetto di uso quotidiano assumerà il nome di Icona Pop e diventerà opera d’arte. La tecnica utilizzata dall’artista sarà quasi sempre la serigrafia.
Le sue opere più famose diventeranno delle vere e proprie icone: Marilyn Monroe, Mao Tse-Tung, Che Guevara e tante altre. La ripetizione e l’alterazione dei colori di una stessa immagine diventeranno,dunque, il suo segno distintivo.
Prendendo immagini di grandi marchi commerciali come Coca Cola, svuota di ogni significato ciò che rappresenta ripetendo l’immagine più volte.
La sua arte, che portava gli scaffali di un supermercato all’interno di un museo o di una mostra, esprime un messaggio univoco. Ogni opera deve essere ‘consumata’ come un qualsiasi altro prodotto commerciale.
Nell’esposizione napoletana, in una sezione dedicata, viene messo in forte evidenza il suo rapporto con Napoli, una città che amava agli estremi. Fu amico di Lucio Amelio, il grande gallerista napoletano scomparso nel 1994, a cui Warhol nel 1975 donò i suoi quattro famosi ritratti.