Colpo di scena nelle indagini per la morte di Maria, la bimba rumena di 9 anni che il 19 giugno del 2016 era stata rinvenuta senza vita, annegata, nella piscina di un resort di San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento. Nessuna traccia delle accuse di omicidio e violenza sessuale nell’avviso di conclusione delle indagini del procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dei carabinieri.
Nell’atto firmato dal pm figurano i nomi di quattro persone, Daniel Ciocan (25 anni), di sua sorella Maria Cristina (34), la coppia con la quale la bimba si trovava di Antonio Romano (74), proprietario del complesso ricettivo, e Daniela Romano (40), entrambi di San Salvatore Telesino, rappresentante legale e responsabile del servizio di prevenzione della struttura.
Le ipotesi di reato contestate per Daniel e Maria Cristina Ciocan sono quelle di abbandono di minore. Secondo gli inquirenti, la sera del dramma la piccola Maria era con loro a bordo della Polo con la quale Daniel era andato a prendere la sorella a Telese. Loro l’avrebbero condotta prima all’esterno del resort, poi nell’area della piscina, lasciandola lì, senza preoccuparsi del fatto che la piccola non sapesse nuotare e che avesse timore dell’acqua, nella quale si sarebbe immersa, perdendo la vita.
I due Romano, invece, sono accusati di omicidio colposo, perché non avrebbero adottato le misure di sicurezza idonee ad evitare l’accesso alla piscina. Gli indagati hanno ora venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie.