Cnpr forum, nuova riforma per l’abuso d’ufficio?

Pagano (FI): “Questo reato costituisce un impedimento all’attività degli amministratori”; D’Orso (M5s): “La riforma è stata già attuata dal governo Conte”; Gianassi (PD): “Esecutivo chiarisca cosa intende fare”; Lucaselli (FdI): “Troppa discrezionalità nuoce all’attività degli enti locali”

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Cnpr forum (da sinistra in senso orario Nazario Pagano, Gabriella D'Orso, Ylenja Lucaselli e Federico Gianassi)

“A guardare le percentuali dei processi avviati per abuso d’ufficio è necessaria una riforma. Un reato che costituisce un impedimento reale alla libera attività degli amministratori locali. L’Anci stessa ne chiede l’abrogazione. Con la riforma dell’abuso di ufficio intendiamo superare le criticità e dare slancio alla pubblica amministrazione. Guardando le statistiche abbiamo solo il 3 per cento di condanne rispetto a una gran numero di procedimenti penali. Si parla di 5400 cause nel 2021”.

Lo ha dichiarato Nazario Pagano (Forza Italia), presidente della Commissione Affari Costituzionali a Montecitorio, nel corso del webinar “Oltre il 90% dei casi di procedimenti penali per abuso d’ufficio contro i pubblici amministratori si concludono con assoluzioni. E’ necessaria la riforma sull’abuso d’ufficio?” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

“Da questi numeri – ha proseguito il Presidente Pagano – deriva la circostanza che obbliga gli amministratori ad avere un approccio troppo prudente perché temono che già soltanto la pendenza del giudizio possa provocare una serie di danni non solo alla loro reputazione ma anche alla loro capacità di essere amministratori locali. Quindi l’abuso d’ufficio va riformato, non dico abrogato ma quantomeno riformato. Bisogna ridurre drasticamente le possibilità che questo possa essere definito un vero e proprio reato soltanto quando è provato nei confronti di determinate persone”.

Sul fronte opposto Valentina D’Orso (deputata del M5s in Commissione Giustizia alla Camera): “Non serve alcuna riforma dell’abuso di ufficio Si tratterebbe di un inutile duplicato di un percorso già intrapreso. Voglio ricordare e sottolineare che l’ultima riforma di questo reato è datata appena tre anni fa ed è stata portata a compimento dal governo Conte 2. Con questo dispositivo normativo abbiamo meglio definito e circoscritto la condotta degli amministratori e chi parla oggi di grande incertezza dice il falso.

Gli effetti di questa riforma si stanno già iniziando a vedere ed è proprio il ministero della Giustizia che ce lo conferma con i dati cha ha diffuso negli ultimi giorni, dai quali si evidenzia che i procedimenti sono assolutamente in calo in termini numerici. Dunque lasciamo che la riforma dispieghi in modo completo tutti i suoi effetti e lasciamo perdere questo ennesimo intervento che nulla ha a che fare con l’efficienza della Giustizia e rischia di essere esclusivamente un ammiccamento all’impunità”.

Invoca chiarezza da parte del governo Federico Gianassi (parlamentare del Partito Democratico in Commissione Giustizia a Montecitorio): “Sul reato d’abuso d’ufficio, tema molto delicato e molto sentito dagli amministratori pubblici, stiamo attendendo l’orientamento del governo che ha manifestato due posizioni diverse quindi aspettiamo quella definitiva. C’è una parte del governo che ha ipotizzato l’abrogazione del delitto d’abuso d’ufficio e un’altra parte la riformulazione quindi il mantenimento del reato riformulato.

Noi abbiamo fatto notare che solo nel 2020 è stata approvata una modifica alla riformulazione del reato quindi abbiamo chiesto che ci fossero forniti i dati per verificare il funzionamento della nuova norma così come riscritta nel 2020. I primi dati dimostrano che c’è una riduzione dell’utilizzo il che significa che rispetto a quegli obiettivi coglieva nel segno. Abbiamo avanzato la proposta della revisione delle responsabilità contabili, un’altra sulle responsabilità amministrative, un’altra ancora sulla netta distinzione normativa tra la funzione politica di indirizzo e la funzione tecnica di adozione degli atti. Queste nostre proposte sono ancora ferme”.

Secondo Ylenja Lucaselli (deputata di Fratelli d’Italia in Commissione Bilancio alla Camera): “Il reato d’abuso di ufficio va necessariamente rivisto in un’ottica più generale rispetto a quella della Legge Severino. La Corte Costituzionale con la propria decisione n°8 del 2022 ha chiaramente detto che all’abuso d’ufficio servono delle modifiche per far ripartire il Paese.

Il governo su questo si metterà al lavoro immediatamente per modificare tutti i reati contro la pubblica amministrazione e per definire meglio le enormi, e spesso sproporzionate, penali che riguardano i pubblici amministratori il cui perimetro è troppo elastico e si presta a interpretazioni troppo discrezionali. Indagini e avvisi di garanzia nel 93 per cento dei casi si concludono in un nulla di fatto e dunque ingessare l’Italia e l’attività amministrativa degli Enti Locali per la paura di firmare degli atti è una criticità che deve essere necessariamente superata.

Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci (commercialista dell’Odcec di Bari): “Oltre il novanta per cento dei casi di procedimenti penali per abuso d’ufficio contro i pubblici amministratori si concludono con le assoluzioni degli imputati. Sono numeri evidentemente incompatibili con quell’efficientamento della PA che viene richiesto a gran voce dal Paese e con la necessità di alleggerire il carico insopportabile che grava sulla macchina della giustizia.

Il grande processo di innovazione e digitalizzazione non può essere minato alla base da quel fenomeno che si registra in tantissimi uffici pubblici: la paura della firma. La riforma sull’abuso d’ufficio diventa dunque un’ipotesi da prendere sempre più in considerazione nell’interesse dell’intero sistema Paese”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili): “Il tema del reato di abuso di ufficio è uno dei più complicati della nostra Repubblica. Il reato è stato modificato abbastanza recentemente ben quattro volte. Le prime tre modifiche lo hanno aggravato sia come pena che come ipotesi di reato ampliandone la portata.

L’ultima quella del 2020 invece è stata diretta a delimitare l’ambito del reato perché diventava un reato addirittura generico escludendo che la violazione dei principi generali nei comportamenti del pubblico ufficiale potesse integrare il delitto che si integrerebbe soltanto qualora la violazione compiuta dal pubblico ufficiale riguardi norme di rango primario, leggi o atti che abbiano uguale portata.

Certamente l’abuso di ufficio resta un reato a contenuto abbastanza generico la cui contestazione è frequentissima e non condannano ormai più quasi nessuno. Resta da domandarsi se la sua abrogazione come ipotesi di reato non sia rischiosa ed induca poi le Procure a intraprendere comunque l’azione penale da rubricare con reati diversi e magari più gravi.  Certo è che è un reato che non ha nulla a che vedere con la corruzione, con la concussione e con i reati classici della pubblica amministrazione. Andrebbe eliminato, ma attenzione ai comportamenti delle Procure”.