Coronavirus, 50milioni di euro andati in fumo per le strutture alberghiere di Napoli

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Cinquanta milioni di euro andati in fumo per le strutture alberghiere di Napoli solo nel periodo marzo aprile di cui tre milioni e mezzo solo per le festività pasquali.

Tutti chiusi gli hotel napoletani, tranne una decina che ospitano personale sanitario e forze dell’ordine.

Dopo la passeggiata nel deserto delle festività pasquali, Federalberghi Campania ha emanato un vero e proprio bollettino di guerra.

In penisola sorrentina le percentuali sono, nemmeno a dirlo, vicine al 100 per cento in meno rispetto allo scorso anno, interrompendo bruscamente un trend esponenziale di presenze di oltre il 14 per cento a Sorrento, ma anche nel capoluogo e in costiera amalfitana.

Federalberghi attraverso il presidente Costanzo Iaccarino, chiede al governo lo stato di crisi. Gli albergatori temono anche il contraccolpo psicologico dopo il lockdown di questi mesi causato anche dal pericolo di contrarre il virus in strutture al chiuso, nonostante i provvedimenti di sanificazione obbligatoria per tutti i locali aperti al pubblico.

Impietoso il confronto con i dati di pasqua 2019: nel fine settimana lungo di Pasqua di un anno fa infatti l’occupazione ha superato l’85 per cento.

Più complicato, invece, il calcolo dei danni per l’indotto. Chiusi i ristoranti, le strutture all’aria aperta, i lidi e gli stabilimenti termali, e un altro mese di blocco totale può significare – per molti – la chiusura definitiva o il fallimento.