Maggio dei Monumenti 2020, Giordano Bruno e la visione delle catastrofi

Scade domenica 19 aprile la manifestazione di interesse pubblicata sul sito del Comune di Napoli per raccogliere proposte culturali tematiche per la storica manifestazione culturale napoletana ‘Maggio dei Monumenti’ a cura dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo da svolgersi secondo nuove modalità dettate dall’emergenza Covid-19

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Giordano Bruno in una stampa d'epoca
Il tema del Maggio dei Monumenti di quest’anno è Giordano Bruno 20/20: la visione contro le catastrofi. La rassegna che si farà nonostante il periodo è in via di definizione. Intanto scade domenica 19 aprile la manifestazione di interesse pubblicata sul sito del Comune di Napoli per raccogliere proposte culturali tematiche per la storica manifestazione culturale napoletana. Il Maggio dei Monumenti è a cura dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo  e si svolgerà secondo nuove modalità dettate dall’emergenza Covid-19.
Come è noto il Maggio dei Monumenti è una rassegna culturale che si svolge principalmente nel centro storico di Napoli, nell’arco del mese di maggio, e che prevede una serie di eventi quali visite guidate, concerti, attività teatrali, mostre ed iniziative varie, organizzate attorno ad un tema cardine, individuato di anno in anno dall’Amministrazione comunale.
Con il DPCM del 31 gennaio 2020 e i successivi, a seguito del diffondersi dell’epidemia Covid-19 e la conseguente sospensione di manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale, l’Assessorato alla Cultura ed al Turismo ha lavorato a ridefinire l’organizzazione e lo svolgimento del “Maggio dei Monumenti”, rimodulando la manifestazione in un programma di attività artistico-culturali che dovrà declinare il pensiero e la parola di Giordano Bruno da svolgersi  on line sui canali social dell’Assessorato. In verità questa modalità on line l’assessorato la sta sperimentando già dal 9 marzo con il palinsesto #NONFERMIAMOLACULTURA superando il milione di visualizzazioni e la partecipazione di centinaia di artisti e personaggi del mondo della cultura. Per il MAGGIO dei MONUMENTI la novità sarà l’ambientazione dei contributi culturali che l’Assessorato sta immaginando nei luoghi monumentali della città, noti e meno noti, nelle chiese, nei chiostri, nei teatri storici rispettando le norme di sicurezza vigenti.
“Da casa avremo la visione non solo di un’esibizione artistica – spiega l’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Eleonora de Majo – ma anche e soprattutto una visione nuova di luoghi noti che appariranno completamente diversi, scenografie insolite e uniche che mai più si spera di rivedere. I templi della cultura o i piccoli gioielli nascosti che si riempiranno a maggio di artisti e performer che, da soli, senza pubblico, si esibiranno per il pubblico collegato on line. Si attendono circa 100 performance/rassegne complessive per l’intera durata della programmazione del “Maggio dei Monumenti” per le quali è stato previsto inoltre un gettone di partecipazione. Qualche settimana fa, prima dell’esplosione del contagio da Coronavirus e prima delle conseguenti misure di distanziamento sociale, stavamo cominciando a lavorare al Maggio dei Monumenti del 2020. Avevamo scelto di dedicare la ventiseiesima edizione dell’appuntamento culturale della città di Napoli a Giordano Bruno, filosofo nolano, cresciuto e formatosi tra le mura del Convento di San Domenico Maggiore di Napoli. Figura che ha segnato profondamente la nostra città. Pensatore moderno, eclettico, ribelle al malcostume dell’alto clero e autore di innumerevoli tesi scientifiche, teologiche e filosofiche che inquietarono così profondamente l’ortodossia cattolica da spingere il tribunale dell’Inquisizione a condannarlo al rogo, dopo interminabili processi e audizioni, durante i quali Bruno scelse di non ritrattare mai alcuna delle sue convinzioni. L’obiettivo era quello di declinare al presente la potenza del pensiero di Giordano Bruno, mutuarne la capacità visionaria. Per questa ragione il sottotitolo scelto per il consueto appuntamento della primavera culturale napoletana era: 20/20, la visione contro le catastrofi. La frazione 20/20, oltre ad evocare naturalmente l’anno in corso, è, secondo il sistema frazionario Snellen (così chiamato dal nome dell’oftalmologo olandese che sviluppò questo sistema di misurazione della vista) la perfetta acuità visiva. Così la suggestione che proponevamo era che questo anno fosse in qualche modo disvelatore di una visione inedita, divenuta oramai necessaria per arginare le catastrofi del nostro tempo e che Giordano Bruno e i suoi scritti densi di evocazioni, fossero una guida necessaria lungo questo cammino filosofico, etico, politico. Certo, le catastrofi a cui pensavamo quando abbiamo scelto il tema erano evidentemente tutte quelle che affliggevano (ed ancora oggi affliggono) il pianeta: quella climatica, quella che patiscono sulla propria pelle i milioni di uomini e donne in fuga dai propri paesi, quelle provocate dalle guerre, dalle dittature, dalla crescita esponenziale dell’intolleranza e della violenza mossa dal pregiudizio. Poi è arrivata la pandemia. In poche settimane il pianeta tutto si è ritrovato coinvolto in una crisi sanitaria, economica, sociale, senza precedenti. L’organizzazione della società per come l’avevamo conosciuta ha subito una brusca ed improvvisa frenata. Circa tre miliardi di esseri umani sono chiusi all’interno delle proprie abitazioni. La vita sociale, il contatto umano, le quotidiane attività che ognuno di noi svolgeva, sono interrotte fino a che questo nemico, invisibile agli occhi, non avrà smesso di mietere vittime e fino a che i contagi non si saranno definitivamente arginati. La pandemia è di certo una catastrofe. Una delle più terrificanti. I suoi effetti destabilizzanti avranno conseguenze che molto probabilmente modificheranno profondamente il futuro. Al contempo però proprio la catastrofe ha svestito il Re. In poche settimane tante delle convinzioni, dei dogma, delle scelte che si compievano quasi per inerzia, hanno mostrato tutta la propria fragilità, vacuità. Sembra proprio che questo nostro tempo surreale abbia bisogno di una visione. Di immaginazione e di coraggio per non ripartire da dove ci eravamo rimasti, come se nulla fosse accaduto. Per questa ragione non rinunceremo né rimanderemo il Maggio dei Monumenti 2020. Consapevoli che anche se dovessimo trovarci tra qualche settimana nella cosiddetta “fase due”, quella di lenta riapertura, di certo non potremo assembrarci in nessun luogo, non potremo godere insieme di performance e contenuti culturali, ma potremo e dovremo invece approfittare per riflettere sulla ripartenza. Lo faremo a Maggio, con gli strumenti che avremo a disposizione. Ecco quindi la proposta. Forti del grande successo della programmazione in streaming, che abbiamo portato avanti durante queste settimane di quarantena, anche a Maggio continueremo a produrre contenuti fruibili attraverso i social network. Speriamo, ma questo dipenderà solo ed esclusivamente dalle scelte del Governo, contenuti da poter realizzare non solo dentro casa ma anche nelle strade della città, ma la cui divulgazione avverrà ancora attraverso i social media, perché verosimilmente ci vorrà molto tempo affinché le attività culturali, in presenza di pubblico, possano ripartire a pieno regime. Il programma dovrà essere composto da interventi singoli o piccole rassegne, attorno al tema scelto in precedenza e che oggi risulta di estrema attualità. L’intento è quindi che questa inedita modalità di Maggio dei Monumenti possa diventare oltre che un’occasione di rilancio (virtuale) della nostra città, un momento di riflessione per gli operatori e le operatrici della cultura della nostra città, sul futuro che si presenterà probabilmente molto diverso dal passato che ci siamo lasciati alle spalle. Ci aspettano mesi di rimodulazione del lavoro culturale, a favore dei luoghi di prossimità e dei numeri contenuti. Che questa contingenza possa diventare possibilità di invenzione”.