E’ impossibile calcolare quante persone siano letteralmente scappate dalla Lombardia per rientrare al Sud dopo la fuga di notizie relativa al decreto che sanciva la “chiusura” della regione. Un provvedimento, che a ben vendere, non blocca treni, aerei o altre possibilità di trasferimento, ma impone di motivare l’esigenza di trasferimento e la quarantena per tutti coloro i quali escono dalla zona rossa.
A Napoli è stata una domenica di attesa alla stazione centrale di piazza Garibaldi per familiari e amici di persone che avevano acquistato un biglietto per il treno partito nella notte da Milano. L’arrivo è stato posticipato perché il convoglio è stato fermato nella stazione di Sessa Aurunca e la Polizia Ferroviaria ha identificato tutti i presenti a bordo. Un provvedimento cautelativo imposto dall’ipotesi di reato identificata nel documento del governo per chi si allontana dalla zona rossa e non si mette in quarantena.
Eppure, come detto all’inizio, è impossibile quantizzare quanti abbiano percorso a ritroso la strada che li aveva portati al Nord Italia. Oltre al treno e agli aerei, in molti hanno approfittato dei bus ma anche di passaggi, senza contare quelli che si sono messi in auto ed hanno attraversato la penisola.
Ciò che si teme è che il trasferimento di persone provenienti da zone ritenute ad alto rischio possa provocare un aumento dei contagi nelle regioni del meridione, fino a questo momento meno coinvolte. In serata il presidente De Luca ha emanato un provvedimento in cui impone i controlli alle stazioni e l’auto quarantena per chi è rientrato dalla Lombardia.