venerdì, Aprile 19, 2024
HomeCronacaCovid, Federmep: "Per cerimonie non si ripeta errori sci e ristorazione"

Covid, Federmep: “Per cerimonie non si ripeta errori sci e ristorazione”

Decreto Ristori, indicazioni per quanto possibile tempestive sulla ripresa
delle attività del settore e coinvolgimento nei protocolli sanitari. Sono le
richieste avanzate al nuovo governo da Federmep, la federazione che
raccoglie imprese e liberi professionisti del comparto matrimoni ed eventi,
tra i più colpiti dalle chiusure imposte dall’inizio della pandemia.

“Siamo consapevoli che la priorità è arginare la diffusione del virus, ma è
necessario che il nuovo governo sia consapevole che ci sono decine di
migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori fermi da mesi,
senza alcuna certezza su quando potranno tornare a svolgere la loro
professione, e per di più senza ristori. Per mesi abbiamo invocato di
abbandonare la strada dei codici Ateco e del parametro di aprile, ottenendo
dal precedente governo la garanzia che il decreto Ristori 5 sarebbe andato
in quella direzione.

La crisi di governo ha causato un ritardo che ora
chiediamo venga recuperato”, spiega la presidente di Federmep Serena
Ranieri.

“Il cinque marzo scadrà il divieto di tenere feste: salvo auspicabili quanto
improbabili miglioramenti della situazione epidemiologica temiamo che
sarà prorogato. La richiesta che avanziamo è che lo si comunichi
tempestivamente, non come accaduto per lo sci e per San Valentino. Hanno
diritto di saperlo gli operatori economici del settore così come le decine di
migliaia di coppie, alcune giunte al terzo o quarto rinvio, che non sanno
come comportarsi chiedendo a noi quel che noi non sappiamo. Se
dev’essere aprile – prosegue Ranieri – che aprile sia, ma lo si dica da
subito”.

Infine i protocolli per la ripartenza: “Sottoporre tutti i partecipanti a
tampone rapido prima della festa, come proposto da alcuni, è
impercorribile.

Chiediamo sin da ora al governo di aprire un confronto con
le principali associazioni nazionali del settore perché si arrivi a un
protocollo sulla base delle linee guida già in essere che riesca a conciliare
le esigenze degli operatori e degli sposi. Senza illuderci che possa essere
tutto come prima, ma neanche imporre assurde e infattibili misure”,
conclude la presidente di Federmep.

Skip to content