domenica, Aprile 28, 2024
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Dl Caivano, Meloni: “Non solo repressione”

Ok al Dl Caivano, ecco il responso del Consiglio dei Ministri per la lotta alla criminalità giovanile.

Il Dl Caivano trova l’appoggio del Consiglio dei Ministri. L’ondata di criminalità legata ai minori ha trovato il suo apice quest’estate, con lo stupro di Palermo, la morte del giovane musicista Giogiò Cutolo e i fatti incresciosi di Caivano. Questi ultimi hanno portato a un blitz massiccio proprio a Parco Verde, dichiarando una vera e propria guerra tra Stato e criminalità.

DL CAIVANO, LE MISURE

Giorgia Meloni, Premier in carica, in conferenza stampa dichiara queste norme molto importanti, su temi che in passato “lo Stato ha evitato di affrontare perché troppo complessi”.

Adesso, stando sempre alle parole del Presidente del Consiglio, lo Stato ci mette la faccia. Nello specifico, il Dl Caivano entra in azione proprio nel posto che gli dà il nome, così da fare da modello per i prossimi interventi in zone altrettanto difficili e complesse.

Ciò su cui punta il Dl Caivano è una responsabilizzazione piena non solo del minore che commette reato, ma anche la messa a fuoco del suo contesto in termini di genitorialità e ambiente.

Il Decreto comporta una convocazione dei genitori, che possono essere chiamati a giudizio per mancata vigilanza sui minori in casi di reati gravi. Un secondo passo è l’arresto per chi, tra i 14 e i 18 anni, viene preso in flagranza di reato.

Ma non si punta solo sulla repressione, c’è anche un’opera di riqualificazione di Caivano stessa, un’operazione che potrebbe di fatto richiedere anni.

UN DETERRENTE PER LA CRIMINALITÀ GIOVANILE

Il Dl di Caivano vuole essere un deterrente, un monito severo non soltanto per i ragazzi che vivono di criminalità ma anche, e soprattutto, per gli adulti che vi sono dietro. Il diretto coinvolgimento dei genitori in fase di giudizio è un chiaro monito a chi manda avanti i minorenni per i propri affari sporchi.

Di fatto si colpisce il minore ma, su spettro più ampio, anche l’adulto risente del peso del crimine, a meno che non possa provare che, quel crimine, non poteva in ogni caso essere impedito.

Ma che significa, quest’ultima nota? C’è il rischio di allargare esponenzialmente i drammi familiari, c’è il rischio che siano anche i genitori, a pagare, per i crimini dei figli. La situazione è complessa nel caso una famiglia, di figli, ne abbia più di uno, si rischia di mettere in moto altri e più complessi tipo di macchina. È un governo, questo, che reprime il crimine o che impone un’educazione?

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