NAPOLI – “L’Italia si conferma un Paese ad alto rischio calamità naturali ed i danni da essi derivanti hanno raggiunto livelli insostenibili. Se non si provvede a dare avvio ad un circolo virtuoso di risk management, intriso di attività di prevenzione e protezione dei nostri territori, oltre a prevedere una copertura assicurativa misto pubblico-privata, saranno sempre più ridotte le possibilità di ottenere risarcimenti celeri ed adeguati”. E’ quanto afferma Antonio Coviello, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche-Iriss e professore di marketing assicurativo nell’Università S.O. Benincasa di Napoli.
“Il 91% dei comuni italiani è in aree soggette a pericolosità da frana o idraulica. In particolare, oltre l’80% della superficie della Valle d’Aosta è a pericolosità da frana, ma fanno riflettere anche il 19,6% della Campania, il 16,1% del Molise e i 1.538 chilometri quadrati della Lombardia, che in termini percentuali rappresentano solo il 6,4% del territorio.
Le alluvioni colpiscono soprattutto le pianure. È per questo che l’Emilia Romagna ha a rischio il 45% del proprio territorio, poi seguono la Toscana con il 12% e la Lombardia con il 10%”, commenta Coviello, riportando i dati dell’ultimo studio dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
“In Italia i danni da calamità naturali sono in media di oltre 3 miliardi l’anno. In totale, per tutti gli eventi catastrofali del 2017 registrati nel nostro Paese, si stima che il settore assicurativo abbia risarcito circa 385 milioni, una cifra che riflette il grado di diffusione ancora contenuto della copertura. Chi risarcisce i restanti miliardi di danni subìti? In teoria lo Stato, ma purtroppo quasi mai è stato così, per la nota carenza di fondi. La garanzia e la certezza di ristoro dei danni, con una gestione dello Stato, può avvenire solo attraverso un sistema di coperture assicurative, così come avviene con successo già in tanti altri Paesi”, ha spiegato il ricercatore del Cnr-Iriss, che coordina un gruppo di lavoro interdisciplinare in seno all’Istituto napoletano che studia da un decennio il fenomeno, pubblicando anche un libro dal titolo “Calamità naturali e coperture assicurative”, presentato anni orsono anche in Parlamento, allorquando si dibatteva di prevedere una “assicurazione obbligatoria”.
“Le esposizioni assicurate contro i rischi catastrofali in Italia per l’anno 2018 (riferiti al volume premi incendio), per quanto riguarda i rischi commerciali, sono stimate a circa 650 miliardi per il terremoto (+8% rispetto al 2017) e a 700 miliardi per l’alluvione (+11% rispetto al 2017). In pratica, si contano circa 400.000 rischi commerciali assicurati contro il terremoto, 340.000 contro l’alluvione e si presume che molti di questi ultimi siano assicurati anche contro il terremoto (Fonte PERILS). Per quanto riguarda i rischi residenziali l’esposizione complessiva è pari a circa 130 miliardi per il terremoto (+14% rispetto al 2017) e a 67 miliardi per l’alluvione (-16% rispetto al 2017), e si contano circa 388.000 rischi residenziali assicurati contro il terremoto, 119.000 contro l’alluvione”, spiega l’esperto.
Tenuto conto delle esposizioni a entrambi gli eventi catastrofali rilevati (terremoto e alluvione), le regioni che hanno contribuito più di tutte alla crescita delle esposizioni rispetto al 2017 sono il Piemonte, la Puglia e la Campania.
Specificamente al terremoto, invece, le regioni che hanno maggiormente contribuito alla crescita delle esposizioni sono la Lombardia e l’Emilia Romagna.
“Proprio a dimostrazione che i rischi catastrofali sono in aumento soprattutto in Italia, con riferimento al solo rischio alluvionale, l’EIOPA (l’Autorità europea assicurativa) propone la degli scenari relativamente al rischio alluvionale (c.d. “flood”)”, riferisce Coviello.
La Legge di bilancio 2018 (commi 768-770) ha introdotto delle importanti novità in tema di incentivi fiscali per quanto riguarda le assicurazioni contro il rischio di eventi calamitosi a copertura delle abitazioni. In particolare, a partire dal 1° gennaio 2018, per tali polizze è stata introdotta una detrazione Irpef del 19% del premio (senza limiti di importo) e l’esenzione dello stesso dall’imposta di cui alla legge n. 1216 del 1961 (che era pari al 22,25%).
“La misura introdotta potrà rivelarsi un primo passo per contrastare la scarsa propensione dei cittadini italiani ad assicurare la propria casa contro i rischi legati a eventi catastrofali”, spiega l’esperto; “se infatti alla fine del 2016 appena il 2% del patrimonio abitativo italiano risultava assicurato contro il terremoto e le alluvioni, tale percentuale a fine marzo 2018 (e quindi in un arco temporale di soli 3 mesi) risultava già in lieve crescita (2,5%) e si ritiene vi abbia contribuito proprio la novità contenuta nella Legge di bilancio”, conclude il ricercatore.