Brutti e cattivi. Insomma a immagine e somiglianza di Rino Gattuso. Li sta plasmando così l’allenatore azzurro i suoi calciatori. Si, perché è vero che si gioca di reparto, ma nel reparto ognuno ci deve metter del suo. E a ringhio piace il veleno. Non è un caso che le ultime due il Napoli le abbia vinte contro Inter e Cagliari per 1-0 (in terra sarda una magian di Mertens è decisiva), il risultato più difficile da ottenere, frutto di sacrificio e attenzione. Quel sacrificio che l’allenatore ha chiesto ai suoi, dicendo no alla richiesta di un giorno di riposo. Lasciando Allan a casa reo di non impegnarsi in allenamento e preferendo Elmas a Insigne. Vuole una squadra corta, aggressiva, che abbia un’idea precisa di cosa fare in entrambe le fasi. Ed ha dato le chiavi del centrocampo a Demme. Facendosi sorprendere dal carattere di Fabian Ruiz che a Milano ha fatto gol, ha stretto i denti ed ha capito che con la sofferenza si diventa più grandi. E quindi lo vuole sulla linea dei tre di centrocampo dove l’intoccabile oggi è Zielinsky. La notizia è che il Napoli, per 8/11esimi è definito. Da un anno e mezzo non era così. Il centravanti è Mertens, l’esterno a destra non prescinda da Callejon, Di Lorenzo per fortuna torna sull’out difensivo mentre Hisaj lo farebbe giocare anche in porta. Dove il secondo portiere della Nazionale non trova spazio. Brutti e cattivi, forti nella testa, determinati e senza fronzoli. Pura sostanza. Perché la bellezza è uscire dal campo a Cagliari con i tifosi partenopei impazziti di gioia e quelli di casa schiumanti di rabbia.