Il Napoli si sveglia tardi ma batte il Verona grazie a Milik

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Arkasiusz Milik (foto dal profilo Facebook del giocatore)

Il Napoli si sveglia tardi ma batte il Verona grazie a Milik. La vittoria, i due gol del polacco e i tre punti in classifica. In un rigo e mezzo condensato tutto ciò che di buono si è visto al San Paolo. Ma l’analisi della partita non può limitarsi a questo. Ci sono quei primi 40 minuti che sconcertano. Almeno quanto la situazione generale di una squadra che oggi può considerarsi vittima di quella maledetta vittoria contro il Liverpool. Si perché eccezion fatta per quel miracolo in Champions, l’armata di Ancelotti appare priva di idee, identità e concretezza.

SI BALLA IN DIFESA – Proporre Di Lorenzo a sinistra, mettendo in difficoltà il calciatore più convincente di questo inizio stagione e spedire Malcuit in campo è scelta cervellotica. O dettata da una mancanza di considerazione assoluta per l’acoppiata Ghoulam – Mario Rui. Il turnover? Non basta a spiegare. Perché se si aggiunge l’intesa ancora tutta da definire tra Manolas e Koulibaly si capisce perché fino alla fine del primo tempo il migliore in campo è stato Meret.

CERTEZZE – Lorenzo Insigne perde buona parte del suo potenziale se schierato come prima o seconda punta. E ne risente tutto il reparto d’attacco. Viceversa Amin se non usato con continuità non incide

DUBBI – Si può fare a meno di Mertens? L’attaccante più in forma è in panchina ma quel che è peggio non gli viene concesso di giocare accanto a Milik, per trovare l’intesa adeguata. Un potenziale tridente di enorme livello, con Insigne a completarlo, smembrato e ricomposto come una maionese impazzita.

IL ROMPI…CAMPO – Allan e Fabian messi in difficoltà costante dalla gabbia di centrocampo organizzata dal Verona. Non mordono e non costruiscono, al contrario subiscono. Eppure si parla di campioni. O no? Ad Ancelotti l’ardua sentenza.