In base all’indagine erano diventati i monopolisti delle costruzioni a Marano per conto del clan Polverino. L’imprenditore Antonio Simeoli e i figli Luigi e Benedetto, arrestati all’alba di questa mattina dai carabinieri, sarebbero stati a Marano il braccio della cosca
nel settore edilizio, grazie alla collaborazione di 4 impiegati del comune, denunciati, sul fronte delle concessioni amministrative.
Antonio Simeoli detto Ciauolone e i figli avrebbero cosentito di reinvestire i proventi del traffico di droga al clan di Giuseppe Polverino.
Due le società controllare, la “Laura” e la “Sime costruzioni”. La “Laura” è amministrata da Felice Di Iorio, descritto nell’ordinanza come “il braccio imprenditoriale del clan”.
La Dda ha ottenuto il sequestro di un patrimonio da 28 milioni di euro. Sigilli sono stati apposti a 150 box auto,56 appartamenti,
quote societarie, 4 appezzamenti di terreno, 5 autocarri. L’indagine, condotta ai carabinieri del nucleo investigativo, trae origine
dal sequestro di un cantiere nel Comune di Marano, dove la ditta esecutrice, dopo aver abbattuto un deposito posto al servizio
del Convento Santa Maria degli Angeli, bene sottposto a vincolo artistico, aveva realizzato un edificio destinato a civili abitazioni
in assenza del nulla osta della Sovrintendenza.