Due morti, un centinaio di feriti e oltre duemila sfollati. A tre anni dal terribile terremoto che colpì l’isola d’Ischia ed ebbe il suo epicentro nel comune di Casamicciola, non ci sono colpevoli rispetto all’inchiesta per disastro colposo. La giornata è dedicata al ricordo delle vittime della tragedia. Deposta una corona di fiori all’esterno della chiesa di Santa Maria del Suffraggio, nel luogo dove morì Lina Balestrieri. Alla Casa Comunale, in piazza Marina, cerimonia di conferimento dell’encomio solenne ai militari della Guardia Costiera di Casamicciola. I militari, durante quella terribile notte, furono impegnati nelle azioni di soccorso e di trasferimento di migliaia di persone dall’isola verso la terraferma. All’imbrunire messa nel giardino dietro al convento dei Padri Passionsiti celebrata dal vescovo, Pietro Lagnese.
Sullo sfondo c’è la difficile situazione degli sfollati, di chi a distanza di tre anni è costretto ancora a vivere in camere d’albergo e non conosce ancora il proprio futuro. Sono almeno un centinaio di persone, famiglie che da quel giorno hanno perso l’unico alloggio che possedevano. C’è il tema dei fondi non spesi, come denunciato nei mesi scorsi dal commissario di Governo, il prefetto Carlo Schiraldi. 10milioni di euro fermi perché non si producono le istanze per la ricostruzione, mentre molti sono rientrati abusivamente e mettendosi in serio pericolo nelle vecchie abitazioni. A Ischia, nell’estate del Covid, il silenzio accompagna queste cerimonie, che ricordano una ferita insanabile per un’isola martoriata dal sisma che ancora non è riuscita a rialzarsi del tutto.