Luigi de Magistris, il Pd e la Napoli “derenzizzata”

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Nel deserto dell’estate napoletana, ci pensa il sindaco Luigi de Magistris a ravvivare un poco il dibattito politico all’ombra del Vesuvio. Lo fa con un post al vetriolo contro il Governo Renzi, i suoi tagli alle città del sud, Napoli in particolare e soprattutto alle intenzioni di avviare attraverso un commissariamento, definito dal primo cittadino e non solo anticostituzionale, i progetti di rilancio di Bagnoli e dell’intera aera occidentale del capoluogo campano. Napoli città derenzizzata, la frase che ha scatenato le reazioni più piccate da parte della classe dirigente locale del partito democratico. Quella stessa classe dirigente che in passato ha governato Napoli e la Campania, con la sponda di governi nazionali dello stesso colore, e che oggi accusa de Magistris di toni violenti e dallo scarso profilo istituzionale. Toni che non faciliterebbero, secondo i detrattori del sindaco, il dialogo con l’esecutivo nazionale e che rischierebbero di isolare Napoli dai progetti di rilancio economico del Paese. Bene, quel post violento tra virgolette, ha provocato la rappresaglia del social network, a cui il sindaco ha affidato il suo sfogo, che ha voluto tutelare gli utenti con una sorta di censura del post. Il sindaco di Napoli però sente odore di elezioni, tra meno di un anno si torna alle urne, e ha rincarato la dose inviando una nota al ministro per i Beni e le attività culturale Franceschini per denunciare i tagli al settore degli spettacoli. E non si tratta dell’unico comparto danneggiato dalle politiche del Governo Renzi. E’ notizia di pochi giorni fa che gli aeroporti di Napoli e Bari siano stati cancellati dalla lista degli hub intercontinentali, un piano quello del Governo che non ha tenuto conto che più di altri scali sia proprio quello di Capodichino ad essere cresciuto negli ultimi anni in termini di flusso di viaggiatori. Si attende replica dei renziani. Se questi sono i presupposti, sarà una campagna elettorale molto lunga.