Napoli, omicidio ai Colli Aminei: è guerra interna al clan Lo Russo. Ucciso il cognato del boss

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A Napoli, la scorsa notte, è finito nel mirino un nome eccellente della camorra: Mario Lo Russo, 57 anni, fratello dell’ex capoclan Salvatore, oggi collaboratore di giustizia, e zio del superlatitante Antonio. Lo Russo è rimasto ferito in modo grave in un agguato in cui ha perso la vita suo genero, Domenico Raffone, morto proprio nel giorno in cui compiva 33 anni. Sul luogo della sparatoria sono stati trovati otto bossoli. Lo Russo, ferito alla schiena, è riuscito ad arrivare in ospedale Cardarelli a bordo di un’auto, una Fiat Panda, rapinata in via Marco Rocco di Torrepadula, a due donne alle 23,10, quindi prima dell’agguato. Sullo sportello posteriore del lato guida gli agenti hanno trovato tre fori di proiettile. Mario Lo Russo è stato raggiunto dai colpi alla schiena. É stato operato e non è in pericolo di vita. Al momento è piantonato dalla Polizia di Stato. Gli investigatori della Squadra Mobile sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’accaduto che, al momento, appare complicata. Determinante saranno le risultanze degli accertamenti della Scientifica. Non si esclude che le vittime dell’agguato e killer si fossero dati un appuntamento. Qualche ora dopo è stato accoltellato un uomo di 30 anni, Giovanni Lista, in via Ianfolla, la strada dove vive Lo Russo. La polizia cerca di capire se il suo ferimento sia collegato all’agguato mortale. Il clan Lo Russo è stato, negli anni scorsi, tra i protagonisti della sanguinosa faida di Scampia. L’ex capoclan Salvatore era anche tra i boss accusati di aver riciclato soldi della camorra in alcuni noti ristoranti: nel processo finì tra gli imputati l’ex capo della Mobile di Napoli, Vittorio Pisani (di cui il boss era un confidente), poi assolto. Dopo l’uscita di scena di Salvatore Lo Russo sotto i riflettori è finito il figlio, Antonio, oggi latitante: sollevò interrogativi e polemiche la sua presenza a bordo campo al San Paolo durante una partita del Napoli nel 2011, e il mese scorso il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo, ha indicato la sua cattura come uno dei principali obiettivi per forze dell’ordine e magistratura napoletane. Ora l’agguato contro Mario Lo Russo fa temere l’apertura di un ennesimo fronte di guerra tra clan a Napoli, oltre quello che sta già insanguinando la provincia. Ma gli investigatori, che procedono senza tralasciare alcuna pista, non escludono altri possibili moventi.