Due spettacolari istallazioni ambientali studiate e realizzate site specific per la galleria napoletana da Andrea Fogli e Paolo Grassino.
Il mondo classico di Fogli e quello contemporaneo di Grassino si intersecano in un nuovo universo fantastico, dove bene e male, luce e buio si fronteggiano simbolicamente e dinamicamente nello spazio fisico.
La serie delle teste realizzate da Fogli, dal titolo La muta, nasce dalla trasformazione del calco in argilla del volto dell’artista stesso, dal quale attraverso una serie di alterazioni affiorano “gli altri” che egli dunque ospita e accoglie dentro la propria identità. Teste che sono anche dei dormienti che sognano il presepe a Napoli (i Benini).
Volti neri illuminati con oro e argilla, intrisi di simbolismo evocativo, di suggestioni mitologiche e sacre, appesi alle pareti come trofei umani, osservano la giungla metropolitana di Grassino, all’interno della quale si muovono bestie nere. Questi esseri, personificazioni del pericolo, della paura della morte, delle ambiguità e delle inquietudini del presente, si scontrano con un manufatto, un corpo estraneo, creando con esso una sorta di costrutto narrativo.
Se la ricerca di Fogli si colloca in quello stato della coscienza che sta tra veglia e sogno, producendo un’arte metafisica e meditativa, dove frammenti di mondo psichico e naturale si contaminano attraverso passaggi delicati, Grassino esplora in forma evidente ed energica la precarietà e la deriva della civiltà contemporanea, territorio magmatico e ingannevole, dove la corrispondenza di natura interna ed esterna dell’essere è rappresentata simbolicamente dalla bestia.
Un percorso sensoriale prima ancora che conoscitivo, dal quale il visitatore viene risucchiato come in un mondo altro, non più solo spettatore ma attore vivo dell’opera.