Quattro ergastoli per l’omicidio di Genny Cesarano, vittima innocente di uno di quei troppo frequenti raid a colpi di pistola che chiamano ”stese” e sono organizzati allo scopo di seminare terrore tra le fila dei clan rivali. La stesa che costò la vita al ragazzo, che stava chiacchierando con i suoi amici del Rione Sanità, avvenne la notte tra il 5 e il 6 settembre 2015. Oggi la sentenza, emessa dal gup del Tribunale di Napoli Alberto Vecchione al termine del processo con rito abbreviato, che ha inflitto il massimo della pena a Luigi Curatelli, Antonio Buono, Ciro Perfetto e Mariano Torre mentre 16 anni è la condanna per Carlo Lo Russo che ha collaborato con gli inquirenti. Ai familiari della vittima, che si sono costituiti parte civile assistiti dall’avvocato Marco Campora, è stata riconosciuta una provvisionale di 300 mila euro. Il gup ha accolto tutte le richieste avanzate dal pm della Dda Enrica Parascandolo che ha coordinato l’inchiesta insieme con il pm Henry John Woodcock.