Da Napoli parte lo spot di sensibilizzazione contro l’abbandono dei bambini in auto “Papà fa caldo”, scritto da Gigi & Ross e Oreste Ciccariello, diretto da Gigi & Ross, che lo interpretano insieme a Cristiano Di Maio. Lo spot è prodotto dalla casa editrice Rogiosi ed è promosso dall’Associazione Arti e Mestieri, con il contributo e il patrocinio di Fondazione Banco Napoli per l’Assistenza all’Infanzia, Università Telematica Pegaso, Fadep Costruzioni, Associazione Liber@Arte.
Lo spot è stato presentato in anteprima nazionale alla stampa, nella sede dell’Università Telematica Pegaso a Palazzo Zapata, in piazza Trieste e Trento, da Patrizia Stasi, presidente Fondazione Banco Napoli per l’Assistenza all’Infanzia; Rosario Bianco, patron di Rogiosi editore e fondatore, con il magistrato Catello Maresca, dell’Associazione Arti e Mestieri; Luisa Tornitore, Università Telematica Pegaso; Simone Pisano, psicoterapeuta; Gigi & Ross; Alessandro Polidoro, presidente Associazione Liber@Arte. Ha moderato l’incontro il giornalista Pier Paolo Petino, founder e direttore responsabile dell’agenzia Videoinformazioni.
Il tragico fenomeno dei bambini dimenticati in auto è legato a episodi di momentanea amnesia dissociativa e ha scosso molto l’opinione pubblica spingendo le istituzioni ad agire concretamente. Ma slitta, probabilmente a fine novembre, l’obbligo dell’utilizzo di speciali dispositivi d’allarme, che sarebbe dovuto entrare in vigore a partire dall’1 luglio, in base al disegno di legge 766, approvato dalla Camera il 25 settembre 2018 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (Anno 159° – Numero 238). La casistica, non elevata, ma comunque registrata, in Italia, assume dimensioni allarmanti sul piano internazionale, dove sono addirittura 830 i bambini (l’87% dei quali aveva meno di 3 anni) deceduti dal 1990 ad oggi.
Appena due giorni fa, nel parcheggio dell’aeroporto di Catania, è stata sfiorata la tragedia: un bambino di 4 anni lasciato chiuso in auto sotto il sole, con una temperatura che sfiorava i 40 gradi all’ombra, è stato salvato da un poliziotto che, con il calcio della pistola di ordinanza, ha mandato in frantumi il finestrino e soccorso il piccolo.
L’Italia è il primo paese europeo a varare una legge anti-abbandono, in risposta alla tragedia dei bambini che hanno perso la vita perché dimenticati in auto. E Napoli è la prima città italiana a mobilitarsi per aumentare l’attenzione sul terrificante fenomeno.
Nonostante la legge non sia ancora entrata in vigore hanno già iniziato a circolare sul mercato alcuni dispositivi da aggiungere ai seggiolini. Si tratta di sensori di calore, cuscini bluetooth o sistemi ausiliari collegati tramite app a uno o più smartphone, che rilevano la presenza del bambino in auto e inviano automaticamente un messaggio in caso di abbandono. Oppure di telecamere che rilevano il movimento all’interno dell’auto spenta, come accade per i sensori degli antifurti casalinghi. Contemporaneamente stanno iniziando ad arrivare in commercio anche i primi seggiolini con dispositivi anti-abbandono integrati e già omologati.
Con portiere e finestrini chiusi, in appena 20 minuti la temperatura interna schizza trasformando l’auto in un forno. È indispensabile che i genitori si dotino di questi dispositivi. Può succedere a chiunque, purtroppo.
I CASI ITALIANI DAL 1998 A OGGI (fonte Lapresse)
Luglio 1998, Catania – Un ingegnere di 37 anni va a lavoro e si dimentica del figlio, che dorme nel seggiolino sul sedile posteriore dell’auto. L’uomo capisce di aver lasciato il bambino in macchina dopo aver ricevuto una telefonata della moglie. A 2 anni il piccolo muore per asfissia.
30 maggio 2008, Lecco – Una maestra è convinta di avere accompagnato la figlia di 2 anni dalla baby sitter, ma quando dopo il lavoro raggiunge l’auto si rende conto di averla dimenticata lì. La piccola muore poco dopo in ospedale.
18 maggio 2011, Teramo – Dopo tre giorni di agonia una bambina di soli 22 mesi muore all’ospedale di Ancona. Sono 5 le ore che trascorre in macchina sotto al sole. Dopo la morte cerebrale, il decesso.
27 maggio 2011, Perugia – A Passignano sul Trasimeno un padre accompagna la moglie a lavoro e si reca al club velico del paese. Solo dopo qualche ora si rende conto di aver lasciato il figlio in macchina. Inutile l’intervento del 118. Il bambino muore a soli 11 mesi.
4 giugno 2013, Piacenza – Un padre va a lavoro e dimentica il figlio di 2 anni in auto per 8 ore. A lanciare l’allarme il nonno del bambino, che non lo trova all’uscita dall’asilo. Poco dopo la tragica scoperta.
1 giugno 2015, Vicenza – Una bambina di un anno e mezzo viene lasciata per 3 ore in macchina dai genitori. La piccola muore per asfissia.
27 luglio 2016, Firenze – Una madre di Vada (Livorno) lascia la figlia di 18 mesi in auto, dimenticandosi di lei. La bambina viene trasportata in condizioni critiche all’ospedale Meyer di Firenze. Lì muore dopo un giorno.
7 giugno 2017, Arezzo – A Castelfranco di Sopra una madre va a lavoro e dimentica la figlia di 18 mesi in macchina. Quando torna e si gira verso il sedile posteriore per fare retromarcia si accorge della piccola, morta ormai per arresto cardiaco.
18 maggio 2018, Pisa – Una bambina di un anno è stata trovata senza vita a Pisa in un parcheggio nei pressi dello stabilimento dove lavora il padre. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri, insieme al personale del 118 e ai vigili del fuoco.
ALCUNI CASI IN ALTRI PAESI (fonte LA REPUBBLICA.IT)
STATI UNITI. Dal 1998 al 2017 (fonte noheatstroke.org)
Negli Stati Uniti sono 711 i bambini morti dentro l’abitacolo dell’auto di famiglia. Per ipertermia, arresto cardiaco, asfissia. Intrappolati. Sotto il sole. Una media di 37 l’anno. Uno ogni 10 giorni, dal 1998 a oggi.
BRASILE. 45 casi e 24 decessi accertati dal 2006 al 2016.
FRANCIA. La Commissione per la sicurezza dei consumatori ha riportato 24 casi tra il 2007 e il 2009, a cui si aggiungono tre episodi di cronaca più recenti: a Montpellier nel maggio 2014, a Dieppe (giugno 2015), e a Saint-Jerome ad agosto 2016.