Quatergate Kaili, l’avvocato denuncia: torturata in isolamento

Confermata dal Tribunale di Bruxelles la carcerazione preventiva. I legali faranno appello nelle prossime ore.

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Quatergate Kaili, l’avvocato accusa: torturata in isolamento

“Maltrattata per sedici ore in una cella della polizia in stato di isolamento”.

La denuncia è del difensore dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, in isolamento in carcere da un mese, nell’ambito dell’inchiesta della Procura federale di Bruxelles sul cosiddetto scandalo “Quatargate”.

L’avvocato Andrè Risopoulos equipara questo stato di isolamento ad una vera e propria tortura.

CONFERMATA LA CARCERAZIONE PREVENTIVA DAL TRIBUNALE DI BRUXELLES

Intanto ne pomeriggio di oggi la Camera di consiglio del Tribunale di prima istanza di Bruxelles ha confermato questo pomeriggio la detenzione preventiva.

Se i suoi legali presenteranno appello entro 24 ore, Kaili sarà ascoltata dalla Corte d’appello fra quindici giorni.

Per evitare il rischio di inquinamento delle prove il legale afferma:”Non smetterò mai di dire che la signora Kaili è innocente”.

Eva Kaili – aggiunge il difensore –  mi ha chiesto di informarvi di quanto segue: “La signora Kaili non ha mai avuto nessuna cooperazione professionale con il signor Panzeri”, l’ex eurodeputato italiano indagato principale dell’inchiesta.

IN ISOLAMENTO PER 16 ORE IN UNA CELLA DELLA POLIZIA E NON IN CARCERE

“E ora – rivolto ai giornalisti – devo dirvi una cosa difficile e triste: Eva Kaili dal pomeriggio di mercoledì 11 gennaio fino a venerdì 13 gennaio è stata messa in isolamento su ordine del giudice inquirente, il signor Michael Claise.

“Trattenuta trattenuta per 16 ore – denuncia l’avvocato – in una cella della polizia, e non in prigione, al freddo: le hanno rifiutato una seconda coperta, le hanno tolto il suo cappotto. Questa è tortura”.

E poi diffonde anche altri particolari sul presunto maltrattamento:” Aveva il suo ciclo mestruale con molta perdita di sangue e non le è stato consentito lavarsi. Questa – aggiunge – è tortura”.

IL LEGALE: SPERIAMO IN UN PROCESSO GIUSTO, SIAMO IN EUROPA

“Eva Kaili è sotto accusa, ma c’è sempre la presunzione di innocenza: siamo in Europa.

Questi atti violano la Convenzione europea dei diritti umani; sono atti da Medioevo, purtroppo. Vi chiedo – chiede ancora Risopoulos rivolto ai giornalisti – di renderli pubblici.

La pubblicità è l’anima della giustizia. Spero in un processo giusto: siamo in Europa”.