Riapre a Napoli la cinquecentesca cappella della Compagnia dei Bianchi della Giustizia

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IMMAGINI DI ANTONIO COSCIONE

Antonia Simeone, addetta culturale della Curia, ha accolto i primo fortunati visitatori che hanno avuto accesso in un autentico scrigno d’arte e di storia, la cinquecentesca Compagnia dei Bianchi della Giustizia. Un luogo che racconta la storia del capoluogo partenopeo attraverso le vicende di migliaia di condannati a morte. Come conferma il professor Gennaro Rispoli (Intervista nel file allegato)
“Veder non si può Cappella né più bella né più adornata”, scrisse uno storico seicentesco dopo aver visto quadri e sculture conservati nel piccolo tempio di Santa Maria Succurre Miseris. Lo ricorda Antonio Emanuele Piedimonte sulle colonne della Stampa. Le porte dell’antica arciconfraternita si apr finalmente al pubblico – all’inizio per due giorni al mese – mostrando luoghi, opere e oggetti mai visti prima d’ora grazie agli sforzi dei responsabili della Curia (proprietaria della palazzina), del Museo delle Arti sanitarie di Napoli e dell’associazione culturale “Il Faro di Ippocrate”. Raffaele Di Luca, segretario del gruppo congreghe sacerdotali (Intervista nel file allegato).