Roma, arrestati dalla Polizia i 4 appartenenti al clan Casamonica/Di Silvio che avevano distrutto un bar e picchiato proprietario e cliente

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Nelle prime ore della mattinata odierna personale della Squadra Mobile di Roma, del Servizio Centrale Operativo e del Commissariato Romanina, coadiuvato dal Reparto Mobile e dalle Volanti, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della D.D.A. c/o la locale Procura, nei confronti di 4 appartenenti al Clan CASAMONICA/DI SILVIO, ritenuti responsabile di violenza privata e lesioni personali pluriaggravate dall’aver agito in concorso, dai futili motivi, dall’aver ostacolato la privata difesa, e dall’utilizzo di un’arma impropria, con l’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso, nei confronti del gestore del Roxy Bar e di una donna, cliente del locale.

I fatti risalgono al pomeriggio dell’1 aprile scorso, allorquando all’interno del Roxy Bar, sito in via Barzilai, nel quartiere Romanina, CASAMONICA Antonio e DI SILVIO Alfredo, infastiditi con il barista poiché in quel momento non li stava servendo, si erano rivolti ad una cliente che era in fila alla cassa per pagare un caffè, dicendole “questi rumeni di merda non li sopporto proprio”; irritati dal fatto che la donna avesse preso le difese del titolare del Bar, CASAMONICA Antonio le sfilava gli occhiali che indossava, mentre DI SILVIO Alfredo la picchiava con la cinta; nonostante la vittima avesse supplicato i due di cessare la loro violenta condotta, informandoli anche del fatto di essere portatrice di handicap e invalida civile, i due continuavano, imperterriti, con la loro azione violenta: in particolar DI SILVIO Alfredo ha continuato ad aggredirla prendendola per il collo e dandole dei violenti calci sul ventre, facendola rovinare più volte in terra; l’ha poi schiaffeggiata, costringendola in un angolo del Bar, stringendole energicamente il collo e la gola con entrambe le mani fino a farle mancare il respiro; tale circostanza ha procurato vistose ecchimosi ed ematomi sul collo; dopo essersi divincolata, la ROSSI è riuscita a prendere il proprio telefono cellulare per chiamare i soccorsi ma l’apparecchio le veniva strappato dalle mani e portato via da DI SILVIO Alfredo al fine di impedirglielo; questi, inoltre, la minacciava pesantemente dicendo: “io ti ammazzo…ti ammazzo se chiami la polizia…”. Solo dopo aver supplicato DI SILVIO Alfredo, rassicurandolo che non avrebbe chiamato la Polizia, questi gli ha riconsegnato il telefono.

I due poi si allontanavano dal bar a bordo di una Ferrari di colore nero.

Trascorsi pochi minuti, DI SILVIO Alfredo è rientrato nel bar insieme al fratello DI SILVIO Vincenzo, con il chiaro e premeditato scopo di aggredire e malmenare, il proprietario, proferendo la frase: “QUA COMANDIAMO NOI”. Subito dopo si avvicinavano al bancone, inveendo contro il gestore, per poi passare alle mani, schiaffeggiandolo più volte fino a raggiungere il bancone, dove poi hanno continuato a percuoterlo con maggior violenza, sferrandogli diversi pugni al volto ed colpendolo in testa con delle bottiglie di vetro.

Non contenti, subito dopo mettevano a soqquadro il locale, sfasciando diversi suppellettili, ma anche alimenti e bevande e proferendo testualmente le seguenti frasi: …“non ti scordare che questa è zona nostra”………”ti ammazzo…ti sistemo io…ti ammazzo”…….”ti faccio chiudere questo bar…devi chiudere questo bar altrimenti ti ammazzo”……”qui comandiamo noi e devi fare quello che ti diciamo”.

A seguito delle violenze fisiche subìte, la cliente è stata costretta a recarsi presso l’ospedale dove è stata refertata con la diagnosi di ”trauma torace/addominale con prognosi iniziale di giorni 20; anche il proprietario del bar è stato costretto a ricorrere alle cure mediche ospedaliere per trauma cranico con ferita lacero contusa al cuoio capelluto che necessitava di diversi punti di sutura, un trauma contusivo all’avambraccio sinistro ed un’escoriazione fianco sinistro, con prognosi iniziale di gg. 8.

Le indagini effettuate, grazie alle ricostruzioni testimoniali e dalle immagini registrate nel sistema di videosorveglianza dell’esercizio commerciale, hanno consentito di individuare sin da subito i responsabili della violenta aggressione, ben conosciuti dagli investigatori.

Nondimeno però sono stati minuziosamente ricostruite tutte le fasi dell’aggressione ed i rispettivi ruoli di ciascun reo che hanno poi determinato le singole responsabilità penali.