Dura contestazione dei dipendenti del Teatro “San Carlo” nei confronti della Sovrintendete, Rosanna Purchia, subito dopo l’annuncio del ministro Bray di voler commissariale il massimo partenopeo.
Nonostante l’occupazione della Soprintendenza nel pomeriggio, avvenuta dopo l’annullamento della riunione del Cda per l’assenza dei rappresentanti dei soci fondatori, il “Barbiere di Siviglia” stasera è andato regolarmente in scena. Il ministero dei Beni culturali non ha ancora comunicato il nome, ma ha annunciato con una nota che ”si procederà alla nomina di un commissario ad acta per garantire tutti gli adempimenti necessari alla prosecuzione delle attività del teatro”. Oltretutto c’è da approvare velocemente il bilancio, condizione per accedere al Fus. Il ministro Bray ha voluto anche sottolineare che ”nella telefonata intercorsa con il sindaco sabato scorso aveva ribadito la necessità di individuare la migliore soluzione per la tutela del Teatro San Carlo e dei suoi lavoratori”. Questo, prosegue la nota, ”nella doverosa applicazione della legge e di tutti i necessari adempimenti, da adottare nello spirito di massima collaborazione e indispensabili a garantire l’attribuzione dei contributi statali e a far fronte agli ordinari impegni economici della Fondazione”’. Con il parere odierno dell’ufficio legislativo che ha confermato la necessità di attuare tali procedure, il ministro procede quindi nel commissariamento. Una decisione “sorprendente” per de Magistris, che “non aiuta a ricomporre il clima istituzionale. La cultura a Napoli non si commissaria così come non si commissaria il San Carlo”, afferma il sindaco. Il presidente della giunta regionale Stefano Caldoro, invece, definisce “corretta e coerente” la decisione del ministro, ma invita a superare le polemiche ed a “lavorare insieme”. De Magistris aveva definito le assenze in cda ”un atto ingiustificato ed irresponsabile”. Poi aveva incontrato i lavoratori ribadendo il suo appoggio alla loro lotta anche in vista di annunciate iniziative di protesta con le armi la musica e la creatività, dai flash-mob ad un concerto nella Terra dei Fuochi. “Attendiamo di leggere le motivazioni del provvedimento – ha detto il sindaco – per adottare tutte le iniziative giuridiche e politiche necessarie contro una scelta che non abbiamo mai condiviso”. In un comunicato le reazioni dei lavoratori: “Diciamo no a qualsiasi forma di commissariamento, il cda è l’unico organo per una corretta e piena gestione ordinaria della Fondazione”. Si ribadisce la sfiducia nell’attuale dirigenza, e la presidenza del teatro resta quindi presidiata. Per l’ assessore regionale alla cultura Caterina Miraglia “la posizione espressa con chiarezza dal Mibact e dal ministro conferma le ragioni che hanno portato alcuni soci e consiglieri del cda alle dimissioni. Ora è il momento di evitare scontri istituzionali e lavorare da subito con il governo”. ”Siamo pronti a collaborare con il ministero – dice Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio e vicepresidente dimissionario della Fondazione San Carlo – per una soluzione condivisa che non penalizzi i lavoratori e che garantisca condizioni reali di sviluppo duraturo del Massimo partenopeo”. Tavella, Lucci, Rea, segretari della Cgil, Cisl e Uil della Campania sottolineano che ”uno dei teatri più conosciuti al mondo, rischia di essere depauperato, con un altro schiaffo per Napoli e la sua collettività”, e chiedono che si faccia subito l’incontro già chiesto al ministro Bray con tutti gli attori istituzionali.