San Giovanni a Teduccio, omicidio davanti alla scuola: arrestati altri due del commando

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Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri e la Polizia di Stato hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di due soggetti ritenuti a vario titolo responsabili di omicidio, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, incendio, ricettazione, aggravate dalle finalità mafiose.

Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di una intensa ed articolata attività di indagine, condotta congiuntamente dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Nucleo Investigativo di Napoli, che ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli odierni indagati in relazione all’omicidio di MIGNANO Luigi (classe 1962), commesso il 9 aprile 2019, in via Ravello, mentre la vittima stava accompagnando a scuola, unitamente al figlio, rimasto ferito nell’agguato, il proprio nipotino.

Le indagini, scattate subito dopo la commissione dell’efferato delitto davanti a bambini e genitori che li stavano accompagnando a scuola, sotto il continuo coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, avevano già permesso a meno di un mese dall’evento di emettere all’A.G. inquirente un provvedimento emergenziale di fermo, eseguito il 4 maggio 2019, nei confronti di 7 soggetti, elementi apicali ed affiliati al clan D’Amico, articolazione del gruppo camorristico Mazzarella operante nel quartiere di San Giovanni a Teduccio.

L’attività investigativa compendiata nell’odierna misura ha consentito, in particolare, di raccogliere ulteriori indizi che, oltre a far emergere responsabilità nei confronti degli altri componenti del commando, oggi tratti in arresto, hanno permesso di ricostruire in maniera definitiva tutte le fasi dell’azione delittuosa, che va ricondotta nell’ambito della contrapposizione armata tra i clan Mazzarella e Rinaldi, per il controllo delle attività illecite nell’area orientale del capoluogo campano.