Smart working, nuova occasione per il rilancio dei borghi

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Il rilancio del borghi italiani parte dallo smart working. Dopo il successo in termini di arrivi e presenze nelle località turistiche con meno di cinquemila abitanti – lo aveva previsto ad inizio estate anche il ministro dei Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini – una nuova stagione si apre per questi piccoli tesori di natura, arte e accoglienza fatta su misura.

Mentre il Politecnico di Milano, insieme al Touring Club, sta avviando una mappatura dei borghi d’Italia per realizzare progetti integrati di smart working tra comuni, l’Istat ha appena certificato che il 90 per cento delle grandi imprese (quelle con più di 250 addetti) e oltre il 73 per cento di quelle di dimensione media, hanno introdotto o esteso la modalità di lavoro da casa durante l’emergenza Covid-19.

Si tratta di una nuova vita per i centri storici dei borghi, troppo spesso abbandonati o comunque vissuti solo durante la stagione estiva. Un sistema, quindi per delocalizzare la vita urbana per periodi più ampi del classico week end e per diluire le presenze negli uffici in città in tempi di Coronavirus.

Un modello già adottato in Toscana dove insistono decine di borghi, già attrattori turistici internazionali e pronti alla nuova sfida del ripopolamento da smart working, come sottolinea il sindaco di Cetona, in provincia di Siena, Roberto Cottini, da anni nella classifica dei Borghi più belli d’Italia.