mercoledì, Aprile 24, 2024
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Un Canto di Natale processo al consumismo, in scena al Sannazaro e alla Sala Assoli di Napoli

Due centri di produzione, Casa del contemporaneo e Tradizione e Turismo – centro di produzione, sono coproduttori e protagonisti di un innovativo esperimento teatrale, che ha debuttato contemporaneamente lo scorso fine settimana in Sala Assoli e al Teatro Sannazaro. Su richiesta del pubblico, gli spettacoli replicheranno da giovedì 16 a domenica 19 marzo a Sala Assoli, alternando i due cast. Il 16 e 18 marzo andrà in scena il cast maschile e il 17 e 19 marzo il cast femminile (feriali ore 20:30 e festivi ore 18). Un Canto di Natale-processo al consumismo da Charles Dickens. Un lavoro del collettivo artistico Progetto Nichel, con la regia di Pino Carbone che ha curato anche la riscrittura del testo con Anna Carla Broegg.

 

Un progetto composto da due spettacoli speculari, identici nella regia, nella drammaturgia, nell’estetica ma con due cast differenti, uno maschile ed uno femminile, che si esibiscono alla stessa ora in due teatri differenti. Il cast maschile va in scena al teatro Sannazaro, quello femminile alla sala Assoli. Il cast femminile, in scena alla sala Assoli, è composto da Anna Carla Broegg, Francesca De Nicolais, Rita Russo. Il cast maschile, in scena al teatro Sannazaro, è composto da Alfonso D’Auria, Riccardo Marotta, Fabio Rossi. Le musiche sono di Antonio Maiuri e la produzione musicale è a cura di Marco Messina. I costumi sono di Rita Russo. L’operazione si ispira alla struttura di Un Canto di Natale, attraversa il Fantasma del tempo passato, il Fantasma del tempo presente, e il Fantasma del tempo futuro per porsi domande sulla questione ambientale, sul lavoro, sull’individuo. Un Canto di Natale-processo al consumismo, non è un semplice spettacolo è un progetto più ampio che nasce da un percorso di ricerca, residenza e formazione sul consumismo.

 

È un’indagine sulla società contemporanea che ha attraversato i social, le scuole, gli spazi di aggregazione reali e virtuali ispirando i contenuti e la ricerca estetica, fino a trasformare i costumi in qualcosa di più vicino ad un brand di abbigliamento. È l’accusa ironica e spietata di una generazione che indaga il passato, per vivere il presente e immaginare il futuro. In questa riscrittura firmata Broegg-Carbone, che ha il valore di processo, l’imputato ha un nome Ebenezer Scrooge e un cognome Consumismo. Dickens – dice il regista Pino Carbone – ha scelto il Natale per portare avanti un’indagine sulla società circostante, abbiamo fatto la stessa cosa. In scena le tre fasi di questo processo. I tre fantasmi. Questo mi ha dato la possibilità registica di creare tre atmosfere completamente diverse, tre performances, mi sono divertito a giocare con più linguaggi, dalla denuncia frontale alla poesia, passando per l’ironia e il riso. La sfida è stata affrontare tematiche urgenti e condivise senza mai dimenticare che è una notte di festa, che è Natale con le sue luci, i suoi regali, le pubblicità rassicuranti. Lo spettatore dovrà aspettarsi l’apparizione di questi tre mondi, questi fantasmi nei quali riconoscersi, esattamente come Scrooge. È un viaggio dove il paesaggio cambia, per porsi ogni volta una domanda nuova.

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