Violenze sui detenuti, tornano in servizio 22 agenti imputati

Plaudono i vertici Ussp per il reintegro dei 22 agenti della penitenziaria in servizio all'epoca dei fatti a Santa Maria Capua Vetere

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Violenze sui detenuti, tornano in servizio 22 agenti imputati

Più di tre anni fa il pestaggio dei detenuti e ora ventidue agenti della Polizia Penitenziaria rientrano in servizio, da imputati. Gli agenti, all’epoca dei fatti in servizio presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, erano stati sospesi a seguito delle violenze perpetrate sui detenuti avvenute nel padiglione Nilo dell’istituto penitenziario della provincia di Caserta nell’aprile del 2020, come rappresaglia per le proteste del giorno prima dei carcerati, durante il lock down.

GLI AGENTI IN SERVIZIO PRESSO IL CARCERE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE ERANO STATI SOSPESI

Centocinque in totale alla sbarra tra agenti, funzionari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e medici. Un caso che all’epoca ebbe anche risvolti politici, complice anche la campagna elettorale per le politiche alle porte, con l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi e la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenuti nel carcere per incontrare la dirigenza e i rappresentanti della penitenziaria nel tentativo di spegnere il fuoco delle polemiche appiccato dal leader della Lega, Matteo Salvini.

PLAUDONO I VERTICI DEL USSP PER RIENTRO IN SERVIZIO DEI 22 AGENTI

Per il rientro in servizio dei 22 agenti della penitenziaria, plaudono i vertici del Ussp, il sindacato di polizia penitenziaria che più volte aveva sollecitato il ministero e il Dap a reintegrare in servizio almeno quegli agenti con posizioni più lievi, visto che lo stipendio, con la sospensione che dura dal giugno 2021, si è era ridotto con gravi disagi economici per gli agenti e i loro familiari.

Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente nazionale e segretario campano dell’Uspp, ricordano di aver “scritto più volte sulla inutilità di un provvedimento penalizzante, certi che gli esiti del mega processo in atto potranno essere meno rilevanti per la maggior parte degli agenti coinvolti.

“Confidiamo – hanno detto i due rappresentanti dei lavoratori – nella concreta azione del Governo affinché valuti quanto stiamo chiedendo sin dall’atto dell’ insediamento della nuova legislatura: la dichiarazione dello stato di emergenza delle carceri, al fine di incrementare le risorse umane.