Accesso alla docenza universitaria: dal Fois di Napoli arriva una proposta di modifica

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Da Napoli arriva una proposta di modifica al testo vigente per definire l’accesso alla docenza universitaria. Il documento è stato redatto nel corso del convegno ‘Valutazioni della ricerca e reclutamento universitario’ promosso dal presidente onorario del Fois (Forum per un impegno sociale), Raffaele Calabrò e sarà inviato al ministero dell’Università che sta predisponendo un regolamento per cambiare il sistema attuale.
“La proposta – ha spiegato Calabrò – si basa sulla necessità che l’accesso alla docenza sia caratterizzato da regole chiare, certe e meritocratiche. Si tratta – ha aggiunto – di pochi ed essenziali punti diretti all’applicazione dell’Anagrafe nominativa dei professori, dei ricercatori e delle pubblicazioni scientifiche, ossia di quel data base nazionale contenente i prodotti della ricerca per una valutazione continua e aggiornata dei lavori di un aspirante docente”.
Secondo il Fois è ”opportuno” un allentamento dei lacci imposti ”all’autonomia delle Università che – sottolinea Calabrò – pur nei limiti dei vincoli di bilancio devono poter utilizzare le quote di finanziamento in base alle loro reali esigenze”. Nel documento, inoltre, si chiede ”una più equa ripartizione dei finanziamenti per le Università meridionali fortemente penalizzate – ha evidenziato Calabrò – rispetto a quelle del Nord che possono contare su investimenti privati. Paradossalmente – evidenzia il presidente onorario Fois – maggiore è la capacità di attrarre investimenti privati e maggiori sono le risorse statali che l’Ateneo percepisce”. La legge oggi in vigore per il reclutamento e l’accesso alla docenza universitaria risale a quattro anni fa e – secondo i dati forniti – a oggi si è conclusa solo la prima tornata di abilitazione scientifica nazionale a fronte delle tre tornate prevista ”tassativamente” dalla legge entro i primi tre anni di entrata in vigore della norma. Una situazione che si aggiunge al blocco del turn over in vigore dal 2008 che ha originato una riduzione del corpo docenti del 15 per cento in 5 anni e che ”condanna” i giovani a ”un’attesa infinita” prima di poter accedere all’insegnamento universitario.
“Fino a che non si rivedranno i criteri di valutazione dell’Abilitazione nazionale – ha concluso Calabrò – ci dovremo rassegnare a credere che l’Italia non è un Paese per giovani docenti anche perché ad ogni tornata avremo ricorsi e riaperture dei lavori delle commissioni”.