Baby gang e legalità, confronto a Napoli nel ricordo di Attilio Romanò

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Nella giornata della legalità, ricordando Attilio Romano, dialogo e confronto su baby gang e lavoro.

“La libertà violata di Attilio ha segnato le nostre vite”. Maria Romanó è la sorella di Attilio, vittima innocente di camorra, ucciso nel 2005 per uno scambio di persona. Al fratello “napoletano perbene” è dedicata la Giornata del dialogo per la legalità”, celebrata nell’istituto superiore di Miano che, dal 2016, è intitolato ad Attilio Romanó. All’incontro è intervenuto anche il questore di Napoli, Antonio De Jesu, ha parlato del fenomeno delle baby gang.

“Occorre capire perché questi adolescenti arrivano a 15-16 anni a esercitare una violenza così abbietta e crudele soprattutto nei confronti di loro coetanei – ha detto Antonio De Iesu, questore di Napoli -. I casi di Chiaiano e di Arturo – ha affermato – sono emblematici. Si impone una riflessione da parte di tutti non solo da parte delle forze dell’ordine che hanno comunque dato risposte concrete su ogni caso, ma non basta la risposta investigativa-operativa”. “È fondamentale il ruolo della scuola, dei genitori – ha aggiunto – perché bisogna analizzare il contesto sia familiare sia ambientale dove crescono queste devianze che poi portano ad atti così efferati e crudeli”. “Stiamo portando avanti il progetto sicurezza giovani – ha concluso – e ci sono risorse aggiuntive che stiamo destinando solo agli adolescenti”.

Ma insieme alla violenza, in un tessuto disastrato, l’altra piaga è la carenza cronica di lavoro. Sul Jobs act è intervenuto Maurizio Landini, componente della segreteria nazionale della Cgil: “Va cambiato radicalmente, di disastri ne ha combinati anche troppi. Come Cgil, abbiamo depositato in Parlamento una legge – ha affermato – dopo aver raccolto milioni di firme per riscrivere tutto il diritto del lavoro. Non solo va cancellato il Jobs act ma ci vuole un nuovo statuto dei diritti del lavoratore che garantisca gli stessi diritti a tutte le forme di lavoro, compreso quello autonomo”. “Basta con la competizione tra le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare – ha concluso – la battaglia contro il Jobs Act va continuata”.

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